Nesta confermato e uno status da underdog: dopo un’annata deludente il Frosinone prova nuovamente a dare l’assalto alla promozione in Serie A
Una partenza discreta, qualche stop di troppo ma anche la consapevolezza, finalmente, di poter tornare a dire la propria in ottica promozione. Il Frosinone si è approcciato alla stagione 2020/21 con la massima umiltà , al contrario di ciò che era avvenuto lo scorso anno. Il club ciociaro, infatti, questa volta non parte con i favori del pronostico e, la risalita in A, rimane sì un obiettivo che però può essere affrontato in tutta calma.
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Senza pressioni, ovviamente, al contrario delle grandi aspettative con le quali, vista l’ascesa a livello societario, il Frosinone si era dovuto abituare a sopportare. La Serie B è lunga, complicata e riserva un sacco di sorprese: per questo motivo, dopo la retrocessione del 2019, la famiglia aveva deciso di dare un taglio netto col passato più conservativo, affidando la squadra ad Alessandro Nesta.
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Nesta, un valore aggiunto?
Ecco, il nodo del mister è stato oggetto di discussione per tantissimo tempo. Arrivato dopo un playoff agganciato in extremis col Perugia, Nesta ha preso il Frosinone nell’estate 2019 ma il feeling con la piazza non è mai veramente sbocciato. Complice, in primis, una squadra troppo discontinua che, pur con del materiale tecnico di un certo livello, ha agganciato la zona spareggi soltanto all’ultimo turno.
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Poi l’eliminazione con lo Spezia sembrava aver segnato la fine dell’avventura in panchina dell’ex laziale, che invece – un po’ a sorpresa – è stato confermato. Decisiva l’opinione di Guido Angelozzi, chiamato al capezzale del club per riorganizzare l’area tecnica: “Nesta sta confermando una crescita importante – ha detto – ma la novità di quest’anno è che la squadra sembra seguirlo meglio”.
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Il progetto Stirpe
La famiglia Stirpe è la pietra angolare posta esattamente al centro del progetto Frosinone. Benito e Roberto, negli anni Settanta, entrarono a far parte del quadro dirigenziale del club quando la squadra militava in Serie D. A Benito, nel 2017, verrà intitolato il nuovo stadio cittadino, sorto su quello precedente ma con riammodernamenti consistenti per renderlo più vivibile e confortevole.
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La costruzione del nuovo impianto è avvenuta in primis grazie a Maurizio Stirpe, figlio di Benito e attuale presidente del Frosinone, che acquistò il club nel 2003 portandolo, seppure gradualmente, a una scalata che nel 2015 permise alla società a festeggiare la prima storica promozione in Serie A. L’avventura ai piani alti durò un anno solo, così come una sola stagione ci mese il Frosinone a scendere una seconda volta.
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Frosinone sogna la promozione
Questa volta, dopo la mediocre annata conclusa con la disfatta di La Spezia, le premesse sembrano essere buone per pensare a un campionato da outsider. Uno status al quale a Frosinone non erano più abituati, viste le costanti etichette di favorita cucite addosso a una squadra costruita, anche negli anni più bui, con passione e competenza.
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La rosa messa a disposizione di Nesta è mediamente anziana – la terza più vecchia della Serie B secondo Transfermarkt – e vanta alcuni calciatori palesemente di categoria superiore. Gente che la A l’ha fatta a più riprese come Marco Capuano, Riccardo Maiello, Francesco Bardi, Lorenzo Ariaudo e Federico Dionisi, capitano e leader storico del Frosinone.
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La stella però è ancora, ostinatamente, Camillo Ciano. A 30 anni, il funambolo originario di Marcianise ha rinnovato fino al 2024. Il suo sinistro forse avrebbe meritato una carriera più di alto profilo, ma nelle sue parole non c’è mai stato posto per i rimpianti: “Sogno la A e la Nazionale”, disse in un’intervista al Corriere dello Sport. E Stirpe, che in estate ha rifiutato un’offerta dal Monza, se lo coccola, sperando di festeggiare al suo fianco un’altra promozione.
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