Lo stadio San Paolo di Napoli potrebbe presto cambiare nome ed essere intitolato a Diego Armando Maradona, idolo assoluto di un intero popolo. Una proposta accolta con entusiasmo dalla maggior parte dei napoletani, anche se non mancano voci contrarie.
La morte di Diego Armando Maradona, avvenuta lo scorso 25 novembre, ha gettato nello sconforto milioni di tifosi e appassionati in tutto il mondo: il “Pibe de Oro” non è stato soltanto uno dei più grandi calciatori di sempre – per molti il più grande in assoluto – ma soprattutto una vera e propria icona globale, che ha fatto innamorare del gioco del calcio milioni di persone grazie alle sue magie in campo.
La parte più significativa della sua carriera Maradona l’ha vissuta a Napoli in maglia azzurra, ed è naturale che il colpo sia stato durissimo soprattutto per i tifosi campani: Diego ha portato il club cittadino sul tetto d’Italia e d’Europa, dove mai prima era stato, e il pellegrinaggio di un popolo intero, riversatosi a rendergli omaggio nei pressi dello stadio San Paolo dove il Pibe è stato considerato un Dio, è stato eloquente.
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Una voce che si era sparsa nelle ore immediatamente successive alla scomparsa di Maradona è diventata presto realtà: sull’onda emotiva di una così triste dipartita le istituzioni locali si sono immediatamente adoperate per intitolare lo stadio cittadino, che nel frattempo veniva circondato di omaggi da un popolo in lacrime, al più grande campione che abbia mai indossato la maglia azzurra.
Intitoliamo lo Stadio San Paolo a Diego Armando Maradona!!!
— Luigi de Magistris (@demagistris) November 25, 2020
Il San Paolo potrebbe essere intitolato a Maradona
Una proposta che è diventata quasi immediatamente realtà concreta: molto presto il nome dell’impianto potrebbe essere cambiato da “Stadio San Paolo” a “Stadio Diego Armando Maradona”, un’idea che sembrava aver trovato tutti concordi all’unanimità ma che invece ha registrato una voce contraria: quella di don Salvatore Giuliano, parroco della basilica di San Giovanni Maggiore che in una lettera indirizzata al cardinale Sepe, arcivescovo di Napoli, ha chiesto di non cancellare l’attuale denominazione.
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Come riportato dal Mattino, il sacerdote si è detto dispiaciuto dal fatto di dover assistere alla cancellazione dei nomi e dei segni della fede, soprattutto a causa del silenzio da parte dello stesso mondo cristiano. Sottolineando inoltre i numerosi peccati del “Maradona uomo”, che non dovrebbero permettergli di sostituire con tanta facilità un Santo che ha dato la vita per i valori del Vangelo.
Un punto di vista che farà sicuramente discutere: per evitare quello che potrebbe essere addirittura definito “uno scontro di fedi” – non è un mistero che il calcio sia molto più di un gioco – le istituzioni potrebbero infine mediare per un compromesso, affiancando il nome del campione argentino a quello del santo e rinominando così l’impianto “Stadio San Paolo – Diego Armando Maradona”.
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Perché il San Paolo di Napoli si chiama così?
Qualcuno in questi giorni ha parlato a proposito di Milano e dell’impianto cittadino noto sia come San Siro che come Giuseppe Meazza, ma l’esempio non sembra essere calzante: come riporta il sito specializzato in impianti sportivi Archistadia, il santo che dà il nome allo stadio del Napoli è Paolo di Tarso, missionario cristiano che in uno dei suoi viaggi a Roma sbarcò al porto di Pozzuoli, nella cui diocesi rientra anche il territorio su cui poi nel 1959 è sorto il San Paolo.
Una storia ben differente dal Sant’Elia di Cagliari, chiuso nel 2017 e che doveva comunque il nome al quartiere in cui sorgeva, stesso discorso applicabile a San Siro, “la Scala del calcio”, ufficialmente intitolato all’indimenticabile campione milanese Giuseppe Meazza. Il San Nicola di Bari è intitolato al patrono della città, mentre anche all’estero non mancano esempi di impianti intitolati più che a santi veri e propri a riferimenti geografici: il St. James Park di Newcastle deve il suo nome a una delle strade che conducono ai gates, il St. Andrew di Birmingham alla Chiesa di Sant’Andrea che si trova nei pressi dello stadio e che rappresenta un importante punto di riferimento per tutta la comunità cittadina.
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San Paolo-Maradona, apertura al compromesso?
La storia del San Paolo e del santo che gli dà il nome è dunque unica, e certo il punto di vista dei sacerdoti contrari alla cancellazione del precedente nome può essere compreso. Allo stesso tempo, però, è giusto ricordare chi sia stato Diego Armando Maradona per i napoletani: non solo un campione assoluto, ma un vero e proprio simbolo, di speranza e di riscatto, uno che come è stato detto nei giorni successivi alla sua scomparsa da alcuni tifosi “ha promesso una cosa e l’ha mantenuta, cosa che qui non succede spesso”.
Alle istituzioni il compito di trovare il giusto compromesso tra sacro e profano, tenendo presente che il “profano”, quando si parla di Diego Armando Maradona a Napoli, poi tanto profano non è.
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