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Simon Kjaer e il Milan si sono presi in un freddo giorno di gennaio e non si sono più lasciati. Il difensore danese ha distrutto i mormorii che c’erano intorno alla sua figura ormai un anno fa, imponendosi come essenziale nello scacchiere di Pioli.

Viene da Horsens, un tranquillo comune di 84 mila abitanti nello Jutland Centrale in Danimarca, dove la tranquillità e la calma regnano sovrani. Sarà per quello che sin dal suo arrivo, Kjaer ha dato sicurezza ad un reparto che da anni sembrava non trovare più un assetto stabile. 

Arrivato nel gennaio 2020 nella sessione di mercato che ha sancito il definitivo abbandono della pista Ragnick – “Non penso che puntare su Ibrahimovic e Kjaer sia la cosa giusta” dichiarava il tedesco alla Gazzetta dello Sport in quei giorni – Kjaer è diventato simbolo della rinascita rossonera grazie al suo stampo di difensore vecchia maniera. 

Contrasti, duelli aerei, tackle e continui uno-contro-uno sono il pane di un difensore che predilige il contatto fisico con l’avversario – forte del suo metro e novantuno – piuttosto che l’anticipo e la lettura preventiva. Al fianco di Alessio Romagnoli, capitano classe ’95 di questo Milan, ha assunto il ruolo di mentore e di guida, di certezza e pilastro per una difesa composta da giovani rampanti come Calabria, Theo Hernandez e Gigio Donnarumma. 

Cursus Honorum

Come un centurione romano venuto dalle province ai tempi dell’Impero, Kjaer approda in Serie A nel 2008, precisamente a Palermo, dove in breve diventa titolare. Nell’estate 2010 inizia il suo giro del mondo, con Wolfsburg (63 presenze), Roma (24 presenze), Lille (79 presenze), Fenerbahce (88 presenze), Siviglia (64 presenze) e Atalanta (6 presenze), ultimo approdo dal settembre 2019 al gennaio 2020 dove il feeling con Gasperini non è mai partito. 

Nel gennaio 2020 viene rispedito al Siviglia che impacchetta il danese e lo gira, in prestito, al Milan, che con l’Atalanta opta per uno scambio di prestiti tra l’ex nerazzurro Caldara e il Muro venuto dal nord. 

Lo scambio è fruttifero: nonostante ciò che si vocifera intorno a lui – difensore non all’altezza, chi sta comprando il Milan? – Kjaer diventa insostituibile. Tant’è che dal suo arrivo a Milanello, diventa il giocatore più vincente della Serie A con 19 vittorie, 4 pareggi e una sola sconfitta in 24 partite giocate. 

Un nuovo Milan 

E dal suo arrivo, nel mese che fu di Saelemaekers e di Zlatan Ibrahimovic (di cui abbiamo ampiamente parlato QUI), il Milan ha svoltato: record di imbattibilità in campionato, percorso agevole in Europa League e una classifica, che oggi parla dei rossoneri come primatisti a +1 dai primi inseguitori. 

Lo scorso anno, quando si parlava di Ragnick e del nuovo corso rossonero impostato sulla mentalità tedesca e internazionale della Red Bull basata sulla crescita e la rivendita di giovani, nessuno si sarebbe aspettato quello a cui stiamo assistendo oggi. Il Milan è diventato una squadra, e parte del merito è sicuramente di Simon Kjaer, il muro danese divenuto indispensabile. 

Kjaer e l’Europa

C’è un ulteriore caratteristica che porta Kjaer a divenire essenziale per la crescita di un Milan i cui margini di sviluppo sono ancora indefiniti: l’Europa. 

Il danese non ha mai vinto una competizione internazionale, questo va detto, ha sempre scelto le poche annate in cui il Siviglia non ha conquistato l’Europa League per giocare in Spagna, ma ha partecipato a due Mondiali, un Europeo, e, sopratutto, alla Champions League. 

Quella Champions League casa del Milan ormai esiliato da otto anni, che i rossoneri intendono riconquistare grazie alle prestazioni sfoderate in questa nuova stagione.  Simon Kjaer ha giocato quindici partite in Champions League con Siviglia, Atalanta, Fenerbache e Lille, rappresentando il secondo per presenze nella massima competizione europea del Milan, dietro solo a Zlatan Ibrahimovic. 

Numeri che sommati a quelli in Europa League (37 presenze totali tra preliminari e competizione ufficiale) danno un totale di 4.641 minuti giocati in Europa: esperienza, duttilità, adattabilità al servizio di un Milan che punta a tornare in Champions League al più presto. 

Di nuovo in campo

Nelle ultime settimane però Kjaer ha riscontrato un infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per sei partite, nelle quali il Milan è riuscito comunque a rimanere imbattuto. Infortunatosi contro il Celtic lo scorso 3 dicembre, il danese ha dovuto saltare l’ultima gara del girone di Europa League contro lo Sparta Praga, e altre cinque gare di campionato.

Tra esse spiccano le due vittorie ottenute contro Sassuolo (1-2 a Reggio Emilia) e Lazio (3-2 a San Siro), che hanno cementato le ambizioni della squadra di Pioli. Oggi Kjaer rientra per la gara contro il Benevento, la prima nota lieta di questo 2021 per Pioli, che continua ad attendere Ibrahimovic per ritrovare il Milan al completo.

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