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Europeo, metodico, preparato e con un curriculum che ne tratteggia la positiva gavetta: Miguel Angel Ramirez ha conquistato l’America Latina, vincendo e convincendo

Si può essere, o per lo meno aspirare a diventare un grande allenatore pur non avendo mai giocato ai massimi livelli? La risposta, prendendo come riferimento l’ascesa straordinaria di Miguel Angel Ramirez, parrebbe essere sì. L’allenatore dell’Independiente del Valle è uno dei profili in rampa di lancio per quanto riguarda il contesto sudamericano.

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Niente di anormale, direte voi, visto che come lui ce ne sono tanti. Da Gallardo a Tiago Nunes, passando per Rogerio Ceni, Zubeldia e Heinze, i profili che si stanno imponendo sono molti. Ma Ramirez, contrariamente ai succitati colleghi, non è autoctono. Infatti è nato in Spagna e, sin da giovane, visti i tanti infortuni ha deciso di smettere col calcio giocato approcciandosi in maniera profonda al ruolo di allenatore.

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Miguel Angel Ramirez, Napoleone d’Ecuador

La sliding door decisiva della sua carriera è arrivata nel giugno del 2018, quando da Sangolqui – città dormitorio situata nell’area metropolitana di Quito – arriva una chiamata. Dall’altro capo c’è l’Independiente del Valle che gli propone di prendere in mano il settore giovanile del club. Che, per chi non lo conoscesse, nell’ultima decade ha prodotto una miriade di talenti.

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Miguel Angel Ramirez dice sì, lasciando il Qatar e tuffandosi a capofitto nella nuova avventura. A fare da garante per lui c’è un suo connazionale, Ismael Rescalvo, che in quel momento è al comando della prima squadra. L’obiettivo è di riproporre, ovviamente su base locale, il modello Barcellona. Dall’area scouting che setaccia tutto l’Ecuador fino alla filosofia tattica comune in tutte le categorie, i catalani diventano un riferimento.

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Dopo un anno Rescalvo viene contattato dall’Emelec, una delle grandi del paese, e lascia la IDV nello stesso modo in cui il suo predecessore, Pablo Repetto, aveva abdicato in favore della LDU. Ma a Sangolqui sanno come cadere in piedi. Quindi, una volta fuori l’allenatore spagnolo, al suo posto viene promosso proprio Ramirez.

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La grande cavalcata in Copa Sudamericana

In un solo anno, Miguel Angel Ramirez porta l’Independiente del Valle dove il club non è mai arrivato nella propria storia, regalandogli una grande cavalcata fino al successo in Copa Sudamericana. Nel momento in cui Pellerano e compagni sollevano la coppa al cielo di Asuncion, nella rosa della IDV ci sono due terzi di atleti provenienti dal settore giovanile della società.

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“Quando sono arrivato qui – ha raccontato il tecnico alla stampa locale – mi sono accorto che i mezzi messi a mia disposizione erano migliori di tantissime realtà europee”. Questo ha portato Ramirez a poter cominciare a gettare le basi per un ricambio generazionale necessario, come confermato dalle tante partenze che si sono susseguite dopo gli ottimi risultati ottenuti dal club a livello giovanile.

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Gli inizi e l’Aspire Academy

Canario di origini, Miguel Angel Ramirez è un classe 1984 ma, nonostante la giovane età, ha già maturato una discreta esperienza dal punto di vista professionale. Infatti, nel 2004 era già parte integrante del settore giovanile del Las Palmas, dove ha cominciato a lavorare prima di trasferirsi al Deportivo Alaves. A Vitoria, parallelamente, prende un dottorato in Scienze dell’Educazione Fisica.

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Poi il Qatar, con l’Aspire Academy che lo coinvolge in un progetto tanto ambizioso quanto efficace. Gli sceicchi, in previsione del Mondiale da giocare nel 2022, vogliono ‘europeizzare’ la nazionale locale e, per farlo, trasferiscono a Doha un blocco di allenatori spagnoli. La Coppa d’Asia vinta nel 2019 è stata quindi solo la naturale conseguenza di un lavoro ben progettato.

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Il pesante ‘no’ al Palmeiras

Miguel Angel Ramirez ha scalato le gerarchie in meno di un anno. Il Palmeiras, alla ricerca di un sostituto per Vanderlei Luxemburgo, ha fatto di tutto per convincerlo a lasciare l’Independiente del Valle e sbarcare a San Paolo. Risposta: no, grazie. “Sono agli inizi della carriera – ha dichiarato il tecnico – devo ponderare bene ogni mossa. Credo non sia una buona scelta quella di lasciare il club in cui lavoro ora, dove peraltro ho un contratto da onorare”.

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Una scelta ragionata e ponderata, figlia della consapevolezza che, per crescere, è meglio procedere per gradi. In campo, intanto, il suo Independiente del Valle sciorina un calcio europeo e moderno, a tal punto che molti club cosiddetti grandi studiano con interesse l’evoluzione della piccola matricola d’Ecuador. E poco importa la recente eliminazione dalla Copa Libertadores, perché il progetto procede spedito, con Ramirez ben saldo in panchina.

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