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Le difficoltà di Barcellona e Real spianano la strada a un ritorno dell’Atletico Madrid: ma i colchoneros sono pronti per tornare a vincere?

Il 23 dicembre 2020 saranno esattamente 9 anni da quando Diego Simeone, accettando il richiamo di casa, si è seduto sulla panchina dell’Atletico Madrid per la prima volta. Il Cholo, ai tempi, raccolse il grido di aiuto proveniente dalla sponda rojiblanca del Manzanarre e, proprio come un supereroe, tornò nella capitale spagnola per salvare i colchoneros.

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In questi 108 mesi Simeone ha trasformato l’Atletico Madrid in una vera e propria realtà di livello assoluto. Considerata la concorrenza in patria, i successi ottenuti dal tecnico argentino hanno probabilmente contribuito a scrivere il miglior periodo storico-sportivo di sempre per l’ultracentenario club spagnolo. Quattro trofei, tutti molto importanti, in bacheca e due sfuggiti per un nulla.

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L’Europa League e una Liga conquistata al Camp Nou sono gli highlights di una gestione straordinaria, ai quale fanno da contraltare le due finali di Champions League perse contro il Real Madrid. Che fanno male, certo, ma mai l’Atletico Madrid – nella sua storia – si era ritrovato a competere con così tanta costanza per certi obiettivi. O almeno, non nell’epoca del vulcanico e rimpianto presidente Gil.

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Simeone ha ribaltato l’Atletico Madrid

Diego Simeone è sicuramente stato l’allenatore migliore mai capitato dalle parti del Calderon, e poi del Metropolitano, dai tempi di Aragones. Il suo arrivo non è coinciso solo con la crescita esponenziale dell’Atletico Madrid dal punto di vista sportivo, ma anche economico. I giocatori valorizzati dal Cholo non si contano più, così come le plusvalenze per una società che ha alzato di molto il mirino.

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E poco importa che Simeone sia l’allenatore più pagato al mondo – un anno fa ha rinnovato fino al 2022 per 22 milioni di euro netti a stagione – perché, complessivamente, sono meritati fino all’ultimo centesimo. Da quando è tornato nel club che lo ha maggiormente segnato dal punto di vista professionalmente, i cugini ricchi del Real Madrid non sono più alla ricerca di vera competizione in città.

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Che adesso c’è, e molto spesso ha messo i bastoni tra le ruote anche ai Blancos. E certo, il big match contro il Barcellona non deciderà la Liga come nel 2013/14, ma sicuramente sarà una prima cartina tornasole per una squadra che quest’anno, per come stanno andando le cose, di certo non può più nascondere le proprie ambizioni.

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Perché l’Atletico Madrid può tornare a vincere?

Con due partite in meno rispetto alla capolista Real Sociedad, l’Atletico Madrid può ragionevolmente mettere nel mirino il primo posto. I colchoneros, rispetto alle due competitor, hanno una vera e propria necessità di tornare a vincere qualcosa. La cocente, ed estemporanea, eliminazione dall’ultima Champions League ha spazzato via il grande risultato ottenuto sul campo del Liverpool.

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Ora c’è quindi bisogno di nuova iniezione di fiducia, soprattutto dopo una stagione come quella scorsa, nata sulle ceneri di uno sfaldamento del nucleo storico della rosa e sul conseguente processo di ricostruzione che, a qualcuno, aveva fatto storcere il naso. Come scrive Graham Hunter, editorialista di ESPN, la sensazione rispetto al recente passato è che l’Atletico Madrid sappia come fare per arrivare a vincere.

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La squadra sembra finalmente maturata in tutti i suoi effettivi. Joao Felix è diventato un vero leader, Suarez ha implementato perfettamente un attacco che lo scorso anno segnava poco e, come se non bastasse, un paio di settimane fa è arrivato anche Kondogbia a completare un reparto di centrocampo che riproduce in campo le caratteristiche temperamentali del proprio allenatore.

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Ma Simeone ci ha messo del suo, e non solo a livello carismatico. Per esempio, è stato fondamentale nello scegliere Felipe come primo baluardo difensivo, o trasformando Marcos Llorente in un elemento offensivo totale. Perché troppo spesso si pensa a un Cholo limitato, difensivista tendente al catenacciaro, distruttore del gioco altrui. Invece l’Atletico Madrid ha qualità. Da incanalare al meglio, certo, ma sufficiente per pensare di detronizzare Barcellona e Real Madrid.

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