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Il 19 novembre 1995 esordiva in Serie A Gianluigi Buffon: portiere diciassettenne che poi diventerà il migliore al mondo (e forse della storia)

25 anni fa: un quarto di secolo. Questo è il tempo trascorso dalla prima partita giocata in Serie A da Gianluigi Buffon. L’occasione era una sfida tra Parma e Milan, in cui l’allora diciassettenne fermò campioni del calibro di Baggio, Weah e Savicevic mostrando doti da fenomeno e sicurezza da veterano. Qualità che poi ha messo a servizio di Parma, Juventus, PSG e Nazionale diventando una leggenda tra i pali. Sembra passato un secolo da quel 19 novembre 1995, quando molte cose – nel calcio così come negli altri ambiti della vita – erano profondamente diverse rispetto ad oggi.

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La Serie A delle sette sorelle, con campioni in ogni club

Gabriel Batistuta alla Fiorentina, Hristo Stoichkov al Parma e Igor Protti capocannoniere pur giocando in un Bari che a fine anno retrocede. Non è fantascienza: è semplicemente la Serie A a metà anni ’90. Un’epoca fantastica, in cui tante squadre partivano più o meno alla pari per vincere lo scudetto. Decisamente un altro mondo rispetto al periodo attuale, caratterizzato dal monopolio della Juventus negli ultimi 9 anni che quasi mai è stato scalfito da concorrenti credibili.

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L’alto livello del campionato era garantito dalla massiccia presenza di fuoriclasse in Italia. Campioni che però non andavano solo nelle tre grandi del nord – Juventus, Milan e Inter – ma che sceglievano anche altre realtà vogliose di emergere in Italia e in Europa. Un esempio lampante è rappresentato proprio dal già citato Stoichkov che, dopo aver vinto il Pallone d’oro nel 1994, accetta la corte dell’ambizioso Parma di Calisto Tanzi.

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Sassuolo e Sarri lontani dalla ribalta

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da favole di provincia come il Sassuolo – capace sotto la gestione Squinzi di rimanere in Serie A ininterrottamente dal 2013 conquistando anche l’Europa – e dall’avvento di allenatori come Maurizio Sarri, partito dalla Seconda Categoria e arrivato a vincere lo scudetto con la Juventus.

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Due entità calcistiche che, al momento dell’esordio in Serie A di Buffon, difficilmente avrebbero immaginato un futuro così luminoso. Nella stagione 1995/96 il Sassuolo partecipava al Campionato Nazionale Dilettanti, chiuso al 6^ posto grazie soprattutto alla splendida coppia gol formata da Luconi e Mollica. Un risultato importante, come quello ottenuto da Sarri quell’anno sulla panchina del Cavriglia (promozione in Eccellenza).

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Mourinho e il Barcellona: rivali un tempo amici

Da componenti di un binomio vincente ad acerrimi rivali. Questa è storia del legame tra il Barcellona e José Mourinho: uno degli allenatori che hanno combattuto in modo più sentito lo strapotere dei blaugrana negli ultimi 15 anni. Una rivalità particolarmente accesa negli anni in cui a guidare i catalani era Pep Guardiola: tecnico agli antipodi rispetto allo Special One per carattere e filosofia di gioco.

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Due mondi paralleli quindi, che però a metà anni ’90 si erano incontrati. All’inizio della stagione 1996/97 il Barça sceglie come nuovo allenatore Bobby Robson, che come vice ha proprio Mourinho. Il portoghese rimane anche come assistente di Louis Van Gaal, mostrandosi come grande esponente degli ideali del club. Un idillio che si rompe nel 2008 – quando il Barcellona non punta su di lui come sostituto di Rijkaard – e che si trasforma in una rivalità accesa negli anni successivi, quando Mou si prende alcune importanti rivincite sui catalani con Inter e Real Madrid.

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Il matrimonio tra Mourinho e il Barça, così come gli altri avvenimenti citati in precedenza, mostrano quanto fosse diverso il mondo del calcio a metà anni ’90. Una cosa però non è cambiata rispetto a quel periodo: la capacità di Buffon di giganteggiare tra i pali. Dote mostrata fin dal suo esordio, quando fermò il Milan degli invincibile come se fossero suoi coetanei della Primavera.

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