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Da elementi imprescindibili a esuberi non facili da piazzare: i casi Izzo e Nkoulou stanno mettendo in difficoltà il Torino

Stagione 2018/19, il Torino parte nella media ma gioca un girone di ritorno da stropicciarsi gli occhi. Arrivati alla penultima di campionato, i granata hanno ancora la matematica possibilità di arrivare addirittura quarti. A Empoli, però, il Toro subisce una disfatta epocale: 4-1, sotto i colpi di un Ciccio Caputo in versione fenomeno, e tanti saluti all’Europa che conta.

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In panchina c’era Walter Mazzarri e, quella sconfitta, fece domandare ad ambiente e tifosi per quale motivo una squadra con una tenuta difensiva quasi perfetta abbia fallito l’appuntamento più importante. Infatti, fino a quel momento il Torino aveva il terzo pacchetto arretrato meno ‘bucato’ dell’intera Serie A. Merito, in primis, di Armando Izzo e Nicolas Nkoulou. Due pilastri, assieme all’onnipresente Emiliano Moretti, il cui apporto in quella stagione fu decisivo.

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Torino, la grana Izzo e il problema svalutazione

A un anno e mezzo di distanza le cose sono profondamente cambiate. Izzo non rientra più nei piani del Torino e per Nkoulou pesa la questione relativa al rinnovo di contratto. Per quanto riguarda il discorso legato al ragazzo originario di Scampia, la situazione è molto semplice: lui aveva scelto di lasciare il Toro già nell’estate del 2019, ma la società – a posteriori, sbagliando – per convincerlo a rimanere gli aveva proposto un rinnovo di contratto con adeguamento al rialzo.

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Che Izzo ha sì firmato, ma probabilmente poco convinto di farlo. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: dopo una stagione negativa, nella quale l’ex Genoa è stato uno dei peggiori, il Torino ha provato a piazzarlo sul mercato. Non riuscendoci, probabilmente per via di una valutazione troppo alta, resa ancora più irraggiungibile a causa delle scorie economiche lasciate dalla crisi post CoVid-19. Così Izzo è rimasto al Torino, scontento e fuori dal progetto tecnico di Marco Giampaolo.

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Dopo essere stato mandato in campo dal primo minuto a Firenze, il giocatore non ha più visto il campo. Ufficialmente per problemi fisici, chiaro, ma è altrettanto ovvio come dietro ci sia probabilmente altro. Il fatto che Izzo si sia affidato alla consulenza di Mino Raiola completa il quadro, ma ora – dopo mesi di inutilizzo – il rischio è che il calciatore si sia ulteriormente svalutato. Secondo Transfermarkt, di circa il 50%. Cairo chiedeva almeno 20 milioni di euro: ora, per cederlo, dovrà accontentarsi di molto meno.

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Da pilastro a riserva: che fare con Nkoulou?

Nicolas Nkoulou non è (più) uno degli idoli dei tifosi del Torino. La storia d’amore è terminata a cavallo tra le due partite di Europa League con il Wolverhampton, quando il camerunense ha prima spianata la strada per un paio di gol e poi, prima del ritorno, si è chiamato fuori perché ‘poco sereno’. Mazzarri dapprima lo ha mandato in tribuna, poi – comprendendo come Nkoulou fosse comunque un asset societario importante – ha provato a recuperarlo.

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Missione fallita, perché il centrale ex Marsiglia è solo il lontano parente del muro visto nella prima parte di avventura in granata. Inoltre, pare che l’estate scorsa Gianluca Petrachi abbia fatto carte false per portarlo alla Roma, bypassando Urbano Cairo e facendo leva sull’amicizia con Maxime Nana, procuratore di Nkoulou. Alla fine non se n’è fatto nulla e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Cairo chiedeva 25 milioni di euro ma, complice la scadenza del contratto, dovrà abbassare la mira.

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Esuberi difficili da piazzare

Già, perché il fatto che Nkoulou non abbia ancora rinnovato con il Torino non fa presagire nulla di buono. A gennaio, se le cose dovessero rimanere così, potrebbe accordarsi a zero con chiunque per la prossima stagione, privando la società di una – seppur minima – plusvalenza. E qui si ritorna a un discorso più generale: nel calcio, soprattutto certe realtà, è conveniente trattenere controvoglia chi manifesta intenzione di andare via?

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Non esiste una risposta unica. Di certo, per il Torino non ha funzionato. Izzo e Nkoulou (che di recente guarda le partite dalla panchina, mentre in campo ci vanno Lyanco e Bremer) ora sono da considerare esuberi a tutti gli effetti. Piazzarli, contrariamente a un anno fa, non sarà semplice e, soprattutto, Cairo dovrà entrare nell’ordine delle idee di rimetterci qualche soldo. Una lezione dura, che però magari sarà utile per non ripetere gli stessi errori in futuro.

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