Juan Cruz è uno dei laterali più decisivi di questo primo scorcio di Liga. Ex promessa del calcio spagnolo, vanta una lunga esperienza anche in Italia
Gli inizi promettenti, un’adolescenza passata in Italia, poi il ritorno e l’esplosione in Spagna. Potrebbe riassumersi così, in poche parole, la storia di Juan Cruz, terzino sinistro attualmente in forza all’Osasuna nonché uno dei laterali più in forma di questo primo scorcio di Liga. Il classe 1992 è riuscito finalmente a ritagliarsi uno spazio importante dopo tanti anni di sacrifici, durante i quali ha passato un periodo lungo e anche piuttosto difficile in Italia.
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Ex promessa del vivaio dell’Atletico Madrid, a 17 anni venne bloccato dal Bologna e successivamente convinto a trasferirsi sotto le due torri. Poi, il mini Erasmus tutto italiano, che lo ha portato a toccare più realtà di provincia, senza mai imporsi realmente. Infine, il ritorno in Spagna, dov’è ripartito dalla terza serie per poi vivere una crescita positiva e progressiva, fino al suo acquisto da parte del club navarro. Un turbinio di emozioni, che lo stesso Juan Cruz ha definito “importanti e formative”. Una carriera complicata, almeno fino a oggi.
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Juan Cruz, il perno dell’Osasuna
L’Osasuna ha acquistato Juan Cruz in estate, pagando 3 milioni per strapparlo all’Elche. Con il club andaluso, il laterale mancino aveva appena conquistato la promozione in Liga: “Volevo provare una nuova avventura: quando si è fatta avanti l’Osasuna ho detto al mio agente di accettare subito l’offerta”. Cruz, come detto, è uno dei terzini migliori del campionato. Il fatto di non subire (più, rispetto al passato) pressioni, ha senza dubbio giocato a suo vantaggio.
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A oggi ha messo insieme 5 apparizioni e ormai viene considerato un titolare fisso da Jacoba Arrasate. Il resto, come confermano i numeri, ce lo ha messo di suo. Carattere, leadership, temperamento, zero problemi di adattamento né, tanto meno, timori reverenziali. Tra le sue statistiche spiccano i tanti duelli vinti, segno di il ragazzo si sia approcciato bene alla nuova realtà. E Arrasate, che ne ha capito da subito le potenzialità, ha deciso di trasformarlo definitivamente in un terzino d’assalto.
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Una promessa mai mantenuta
Quando era piccolo, Juan Cruz giocava a Las Rozas, in un piccolo club di provincia fondato dal padre. L’Atletico Madrid decide di portarselo a casa per pochi spiccioli, anticipando la concorrenza dei cugini del Real Madrid. Il ragazzo, che da bambino tifava per i merengues, non ha comunque dubbi. Così Cruz si stabilisce sulla sponda colchonera del Manzanarre, fino quando – durante un torneo estivo – il Bologna lo nota e gli offre subito un contratto da professionista.
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L’arrivo in Italia, con conseguente ambientamento, è però traumatico. La società gli affianca due senatori del gruppo, Marco Di Vaio e Diego Perez, ma il giovane spagnolo fatica a entrare nel mood giusto. Così il Bologna, per tastarne le qualità, lo manda in prestito prima alla Carrarese e poi al San Marino: “Mi sono pentito di aver lasciato casa, ma a San Marino ammetto di essermi divertito: il paese è piccolo ma la squadra aveva calciatori di tante nazionalità. Mi ricordo – ha raccontato a Marca – che nello spogliatoio non mancava mai la musica”.
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Ritorno e rinascita in Spagna
Il Bologna non crede più in lui, così Juan Cruz – dopo sei mesi alla Pistoiese – decide di tornare nel suo paese. C’è però un problema: negli in cui è stato fuori, il calcio di alto livello se lo è dimenticato. Ergo, serve ripartire quasi da zero. La possibilità gliela offre il San Sebastián de los Reyes, unico club a offrirgli un contratto dopo che Astorga e Alcorcon lo hanno tassativamente scartato. Un anno con il Sanse, uno al Rayo Majadahonda, poi il biennio fortunato all’Elche.
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“Ho imparato molto da ogni esperienza professionale che ho affrontato” ha detto il castigliano. Paradossalmente, anche da quelle andate meno bene. Oggi il passato sembra esserselo buttato definitivamente alle spalle. Dai tempi in cui giocava al fianco di Koke, Morata e De Gea è passata un po’ di acqua sotto i ponti. Ma, a 28 anni appena compiuti, finalmente Juan Cruz sembra aver trovato una dimensione propria.
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