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Dopo aver fatto le fortune di Monaco e Lille, Luis Campos si prepara ad arrivare in Italia: ma chi è il possibile futuro ds della Juventus?

“Non lo vediamo più da settimane, non sappiamo che fine abbia fatto”. Parole e musica di Cristophe Galtier, allenatore del Lille prossimo avversario del Milan in Europa League. Quel “lui”, invece, è Luis Campos, che attualmente ricopre ancora l’incarico di direttore sportivo dei Dogues. Ancora, sì, perché non si sa per quanto il matrimonio con il LOSC sarà, a questo punto, destinato a durare.

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La denuncia di Galtier risuona preoccupante. Molto, almeno per l’ambiente Lille, perché i successi recenti del club portano tutti la firma di Campos, capace di scovare talento ovunque e aiutare a crescere una società che, prima dell’arrivo di Gerard Lopez alla presidenza, era incappata in diverse stagioni anonime. Il ds non c’è, nessuno lo ha visto e dietro, almeno secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni, parrebbe essere un serio pressing della Juventus.

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Da ex obiettivo del Milan a ds della Juventus?

Potrebbe quindi essere Luis Campos il nuovo direttore sportivo della Juventus. L’arrivo a Torino, a oggi, sembra essere infatti una suggestione importante. Il Bel Paese pare quindi essere nel destino di Campos che, nel 2019, è stato a un passo da entrare nella dirigenza del Milan. Il fondo Elliott, tramite l’amministratore delegato rossonero Ivan Gazidis, lo aveva sondato prima di dare pieni poteri a Boban e Maldini.

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Poi non se ne fece nulla. E allora Luis Campos, di mestiere talent scout, ha continuato a lavorare per il club con sede nell’estremo nord della Francia. Peraltro, con ottimi risultati: da quando è arrivato in città, infatti, il Lille è tornato finalmente a frequentare le platee europee e, lo scorso anno, si è spinto fino alla fase a gruppi di Champions League. Valorizzando, inoltre, un’enorme smisurata di talenti, la maggior parte dei quali provengono dalla stessa matrice.

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Il metodo Luis Campos: come si riconosce il talento

In un’intervista rilasciata ai tempi in cui lavorava per il Monaco, Luis Campos ha parlato un po’ del suo modus operandi in chiave scouting. In primis, ha spiegato che – compatibilmente agli impegni – gli piace visionare i calciatori dal vivo e in prima persona. In secondo luogo, ogni profilo valutato va prima visto più volte, poi incasellato all’interno di una griglia di valutazione che assegna da 1 a 5 punti. Infine, è tassativo conoscere storia e pregressi del ragazzo in questione.

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In sintesi: non si compra solo il calciatore, ma anche il potenziale uomo che diverrà. Portoghese classe 1964, Luis Campos è un tipo ambizioso nonché un freddo calcolatore. La sua passione per il calcio è smodata: dopo essersi laureato in Educazione dello Sport, intraprende la carriera da allenatore all’età di 27 anni guidando prima il Varzim e poi il Beira-Mar. Le cose non vanno benissimo e così decide di tornare in cattedra, per insegnare nella stessa università nella quale si era laureato qualche tempo prima.

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Il decisivo incontro con Rybolovlev

Gli anni passano, Luis Campos sviluppa un software per catalogare in maniera ancor più minuziosa ogni singolo calciatore del globo e, nel 2012, viene contattato da José Mourinho: “Appena ci siamo parlati mi è subito piaciuto” confesserà lo Special One. L’anno successivo fa il grande salto al Monaco, un ambiente tranquillo nonché ponte fisso con il Portogallo, visto il grande rapporto tra il presidente Dmitry Yevgenyevich Rybolovlev e Jorge Mendes.

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A Campos bastano pochi mesi per prendere confidenza con il nuovo ruolo e, successivamente, tirare fuori il primo coniglio dal cilindro. Il Monaco è senza allenatore e vorrebbe cominciare un ciclo nuovo, possibilmente vincente. Così nel Principato la scelta ricade su Leonardo Jardim, che riporterà i monegaschi a vincere la Ligue 1 a pochi anni dalla vergognosa retrocessione nella seconda serie del calcio transalpino.

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Non solo Osimhen: scoperte e plusvalenze di Campos

Non si contano più i calciatori presi e valorizzati da Monaco e Lille sotto la guida dirigenziale di Luis Campos. Come sempre, le cifre rendono l’idea meglio delle parole: nei quattro anni in Costa Azzurra la società del ricco magnate ucraino ha incassato, solo dalle cessioni, circa 300 milioni di euro, toccando l’apice con gli incassi per le vendite di James Rodriguez, Anthony Martial e Geoffrey Kondogbia. A Lille, invece, il capolavoro è stato assoluto, visto che dal 2017 in poi la società ha messo in cassa 344 milioni.

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Solo nelle ultime due sessioni di mercato, il LOSC è riuscito a fare plusvalenze record con gente del calibro di Nicolas Pépé, Rafael Leao, Thiago Mendes, Gabriel Magalhaes e, ovviamente, Victor Osimhen. Il nigeriano passato di recente al Napoli è stata la più grande scoperta di Campos, le cui mani in pasta ormai toccano ogni angolo del mondo. Acquistato a 12 milioni dallo Charleroi, è stato rivenduto a circa 70 solo un anno dopo. Capolavoro puro, solo uno dei tanti per il talent scout più bravo del mondo.

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