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Bruges Lazio finisce 1-1, regalando un punto prezioso alla squadra di Inzaghi: ecco tre le chiavi del match aperto da Correra e pareggiato da Vanaken

Un punto conquistato. Deve aver pensato questo Simone Inzaghi al fischio finale di Bruges Lazio, match valido per la seconda giornata della fase a gruppi di Champions League. I biancocelesti erano atterrati in Belgio decimati dalle defezioni causa Coronavirus, che hanno costretto la delegazione capitolina a partire per la trasferta con pochissimi potenziali titolari e una pletora di ragazzi della Primavera. Per questo, l’1-1 finale è un risultato che si può accettare.

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Dopo la vittoria contro il Borussia Dortmund, infatti, la Lazio comanda il girone e adesso si cercherà di capire se domenica la squadra potrà scendere in campo contro il Torino. Parallelamente, sullo sfondo si delinea il doppio confronto con lo Zenit, questo sì decisivo per il passaggio del turno. Serve recuperare quindi un po’ di gente, perché le risposte arrivate nella serata di Bruges possono soddisfare un Inzaghi che, a fine partita, si è detto contento della prestazione.

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Tattica efficace, Reina decisivo

Formazione iniziale obbligata, ma efficace. Soprattutto in un primo tempo in cui Bruges Lazio si è giocata sulla falsariga di una partita a scacchi. I biancocelesti hanno imbastito un giro palla accurato coinvolgendo anche Pepe Reina, valore aggiunto della costruzione bassa. Tenendo i ritmi bassi, la Lazio è riuscita a trovare gli spazi giusti per impensierire gli avversari: al quarto d’ora, Correa riceve palla sulla destra, si accentra e col mancino sentenzia Mignolet.

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Nella ripresa lo spartito non cambia, ma i minuti passano e la condizione fisica cala. Così la Lazio arretra e subisce il ritorno del Bruges, fermato da un super Reina. Il ritorno in Champions League dello spagnolo è da ricordare, grazie alle due belle parate su Bonaventure e Rits. Nulla può, invece, sul rigore trasformato da Vanaken, concesso ingenuamente sul finire di una prima frazione che la Lazio, probabilmente, avrebbe meritato di finire avanti.

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Bruges Lazio, la partita di Diatta e De Ketelaere

Bruges Lazio ha messo in vetrina alcuni dei tanti talenti che, negli ultimi anni, la dirigenza belga ha rastrellato in giro per il mondo. Uno di questi è Krepin Diatta, esterno alto capace di far ammattire la retroguardia biancoceleste. Senegalese classe 1999, è stato scovato in Norvegia, dove giocava nel Sarpsborg. Diatta ha messo a ferro e fuoco le mura avversarie e, dai suoi piedi, sono passate tutte le azioni più pericolose.

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Un po’ punta, un po’ trequartista: Charles De Ketelaere ha dato degli spunti molto importanti. A 19 anni è già stato inserito nella lista dei talenti fiamminghi da tenere d’occhio per il futuro. E, guadandolo muoversi in campo contro la Lazio, non è difficile intuirne i motivi. Anche se si concede qualche pausa, tra le linee galleggia sempre in maniera pericolosa e senza dare riferimenti. Cerca poco la soluzione personale, ma ha margini di miglioramento palpabili.

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 Milinkovic-Savic, leadership e sacrificio

I suoi soci Immobile e Luis Alberto sono rimasti a Roma, così Milinkovic-Savic si è preso sulle spalle la squadra e l’ha aiutata, soprattutto in un secondo tempo di Bruges Lazio dove i padroni di casa spingevano molto. Prezioso in fase difensiva, si è sacrificato tanto per la causa e, proprio per questo motivo, il Sergente ha perso smalto negli ultimi metri di campo. Nel finale, infatti, ha sbagliato la palla della possibile vittoria.

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Poco male, perché la prestazione rimane di buon livello. Diversa dalle solite, ma ugualmente efficace. La Lazio non può fare a meno di Milinkovic-Savic, che ha impreziosito la sua prova con alcuni recuperi e contrasti degni di un mediano di fatica. Spada e fioretto, alternati, per uscire indenni dal Jan Breydelstadion Stadion.

 

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