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Lo Shakhtar Donetsk torna ad affrontare l’Inter dopo la pesante sconfitta di agosto in Europa League, ma come sono cambiati da allora gli ucraini? Scopriamolo assieme.

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In due mesi possono succedere molte cose, più di quelle che un banale confronto delle rose potrebbero lasciar intendere. L’Inter di oggi non è più la stessa che ad agosto demolì lo Shakhtar 5-0, e allo stesso modo il club ucraino arriva alla sfida di stasera in Champions League in maniera diversa rispetto al confronto precedente.

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Un gruppo cresciuto

Poco sembre essere cambiato, nello Shakhtar: il mercato non ha portato praticamente nessun cambiamento, con alcune seconde linee andate via in prestito e una sola new entry, il terzino Viktor Kornienko dalla squadra B.

Eppure gli ucraini non vanno sottovalutati, pensando che siano ancora allo stesso livello di agosto: l’interruzione dei campionati per il coronavirus ha comportato grandi stravolgimenti nella preparazione della stagione, a cui ogni club ha cercato di porre rimedio in maniera diversa. Quest’annata si sta invece svolgendo in maniera regolare, consentendo al gruppo dello Shakhtar di amalgamarsi meglio.

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Non va infatti dimenticato che la scorsa annata ha segnato l’inizio di un nuovo ciclo, per la formazione di Donetsk: con l’arrivo in panchina di Luis Castro al posto di Fonseca, è iniziato il ricambio generazionale tra i talenti brasiliani della rosa. Il tecnico portoghese ha dovuto trovare equilibrio tra la vecchia generazione (Ismaily, Alan Patrick, Dentinho, Taison, Marlos e Junior Moraes) e i nuovi giovanissimi prospetti (Dodo, Vitão, Maycon, Fernando, Marcos Antonio, Tete).

Un anno fa, questo lavoro era ancora agli inizi, e lo stop dovuto alla pandemia lo aveva rallentato. La squadra aveva subito lo shock dell’eliminazione dalla Champions a causa di due pareggi contro la Dinamo Zagabria e una pesante sconfitta interna con l’Atalanta. Per tutta la stagione, lo Shakhtar aveva fornito prestazioni altalenanti, ma ora sembra aver trovato equilibrio, ben dimostrato nella clamorosa vittoria per 3-2 al Bernabeu nella prima di Champions.

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Gli infortunati dello Shakhtar

Ad oggi, però, gli ucraini hanno soprattutto un problema di assenze. Ci sono ben due importanti infortunati in difesa, il reparto storicamente più debole dello Shakhtar: Ismaily è costretto a lungo stop, che dovrebbe fargli saltare anche il ritorno, e così Castro darà probabilmente spazio a Kornienko; manca però anche Kryvtsov, partner centrale di Kocholava, e al suo posto potremmo vedere Bondar. I due sostituti non sono sembrati sicurissimi contro il Real, venendo entrambi ammoniti.

A centrocampo potrebbero pesare invece le assenze di Viktor Kovalenko e, soprattutto, Yevgen Konoplyanka, uno degli elementi di maggiore esperienza internazionale della squadra. Ma il vero rammarico dello Shakhtar è dover scendere in campo senza il suo miglior attaccante, Junior Moraes, 17 gol in 19 partite nell’ultimo campionato ucraino, ma ora fuori per il coronavirus.

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A parte Ismaily, infortunato da giugno, tutti gli altri erano stati a disposizione di Castro nel match di Europa League, e questo lascerebbe intendere che lo Shakhtar sia indebolito rispetto ad agosto. Ma questa squadra, appunto, è la stessa che una settimana fa ha umiliato il Real Madrid: ha trovato nuove certezze nei giovani, e il loro talento è l’arma a cui si affida Castro per ribaltare gli equilibri in campo.

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Nella partita in Spagna, l’allenatore portoghese ha supplito all’assenza di Junior Moraes con Dentinho, più centrocampista rispetto al connazionale. Dentinho non è mai stato un titolare dello Shakhtar e non ha mai segnato molte reti, ma nel nuovo ruolo sembra stia vivendo un’improvvisa fioritura: è stato tra i migliori contro il Real, e in campionato ha già segnato 2 reti nelle 3 partite finora disputate.

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Ma sono tre i nomi che hanno colpito tutti, in questo inizio di stagione: Tete, Solomon e Marcos Antonio. Il primo è un’ala destra di appena vent’anni su cui lo Shakhtar ha investito molto (15 milioni al Gremio, nel febbraio 2019) e che al momento è tra i giovani brasiliani più interessanti in circolazione. Solomon, che invece è israeliano e gioca sulla sinistra, è arrivato a Donetsk quasi in contemporanea con Tete, e solo da questa stagione è diventato un elemento inamovibile dell’undici titolare, relegando in panchina Alan Patrick.

Marcos Antonio è invece il ragazzo di cui si parla di più. Centrocampista centrale completo, capace di giocare regista basso o avanzato, è giunto in Ucraina senza troppo clamore ma è diventato uno dei pupilli di Fonseca, che lo avrebbe voluto alla Roma. Contro il Real Madrid è stato determinante con la sua visione di gioco, e c’è già chi vede in lui l’erede di Fernandinho.

Lo Shakhtar, quindi, arriva alla sfida con l’Inter con certezze che due mesi fa non aveva, soprattutto grazie alla crescita dei suoi giovani e all’assimilazione degli schemi di Castro. Gli infortuni rappresentano certamente un problema, e gli ucraini sono pur sempre un gruppo capace di alternare grandi vittorie a inaspettate sconfitte, ma è proprio da questa loro capacità di giocarsela con tutti che dovrà guardarsi l’Inter.

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