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Sì, probabilmente il nome di Hakan Calhanoglu (perlomeno ascoltando le parole di Stefano Pioli nella conferenza stampa della vigilia) non sarà presente nell’undici titolare del Milan contro la Roma, a causa di un trauma distorsivo alla caviglia. L’ultima sfida contro i giallorossi, però, ha rappresentato l’inizio di una vera e propria rinascita per il turco.

Calhanoglu: prima della pandemia, bocciato

Se diamo una rapida occhiata al suo rendimento in Serie A nella scorsa stagione, infatti, non può che notarsi un drastico cambio di tendenza. Prima dello stop del campionato a causa della pandemia, l’ex Amburgo e Bayer Leverkusen aveva collezionato tre reti, due delle quali contro le tre neopromosse Brescia, Lecce ed Hellas Verona.

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Con la ripartenza delle attività, invece, il numero 10 rossonero ha letteralmente ingranato le marce, tanto da diventare un punto fermo nello scacchiere tecnico-tattico proposto da Stefano Pioli per il Diavolo. E tutto è partito proprio da quel gol dalla Roma, esclusi i due assist (a Castillejo e Rebic) contro il Lecce della prima gara dopo il ritorno sul campo.

Calhanoglu

Fonte: Twitter @tribundergi

La ripartenza di Calhanoglu contro la Roma

Dopo la vittoria corsara al Via del Mare, con il Milan tornato al settimo posto in classifica, vincere a San Siro contro la Roma di Fonseca sarebbe stato necessario per il morale degli uomini di Pioli, chiamati a riscattare una prima parte di stagione a dir poco altalenante.

Il tecnico ex Inter e Fiorentina punta su Rebic come unico terminale offensivo, con (da destra a sinistra) Castillejo, Bonaventura e Calhanoglu alle sue spalle. La sfida offre spunti interessanti, nonostante sia chiaro come le due compagini debbano ancora mettere nelle gambe i ritmi partita, dopo svariati mesi senza i novanta minuti. Dzeko da una parte e Calhanoglu dall’altra sprecano due colpi di testa da distanza ravvicinata, ma il turco si riscatterà.

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Dopo il gol concitato di Rebic, infatti, è proprio Hakan Calhanoglu ad occuparsi della battuta di un calcio di rigore negli istanti finali del match. Theo Hernandez agisce da opportunista e Smalling cade nel tranello dell’ex Real Sociedad, il 10 è letale dal dischetto ed il Milan mette altri tre punti in tasca. Da quella gara, come anticipato, la stagione del fantasista rossonero avrebbe incontrato un’importante svolta, nonostante non ci fossero tifosi sugli spalti a poter ammirare le sue prodezze in campo.

In striscia positiva da giugno

1 gol contro la Lazio, 1 gol e 2 assist contro il Parma, 1 gol ed 1 assist contro il Bologna, 2 assist contro il Sassuolo, 1 gol contro l’Atalanta ed infine 1 gol ed 1 assist contro la Sampdoria. Un rendimento niente male, in appena un mese e qualche giorno, no?

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Beh, il tutto acquisisce una dimensione speciale se ad un finale di stagione come questo aggiungiamo un inizio d’annata da 4 reti e 3 assist in 7 presenze, tra campionato e qualificazioni ai gironi di Europa League. Calhanoglu (forse) si è definitivamente preso le chiavi della trequarti rossonera, dopo fin troppi mesi in cui il suo talento è rimasto offuscato tra la nebbia meneghina. D’altronde, sembra averlo capito lui stesso:

Sono libero in testa, il mister mi dà la sua fiducia. Mi sento a mio agio nel mio ruolo, ho detto in tante interviste di voler giocare in questa posizione e adesso il mister mi ci lascia giocare. Sono molto contento, le mie qualità così possono emergere.

Contro la Roma è difficile pronosticare una sua presenza in campo, ma la sensazione è che il turco abbia imparato ad ambientarsi con la maglia del Diavolo.

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