Il calcio è fatto di grandi giocatori e di grandi allenatori: non è una novità. In alcuni casi, però, c’è chi riesce a essere entrambi, lasciando il segno sia in campo che in panchina. Di chi stiamo parlando?
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Generalmente, essere allenatori vincenti non comporta essere stati anche giocatori vincenti. Dominare, e magari pure influenzare il calcio, sia in campo che in panchina non è cosa da tutti e infatti gli esempi si contano sulle dita di una mano, e non sono poi così conosciuti, al di là dei casi più recenti. Vediamo di scoprire assieme i cinque nomi principali di questa ristretta categoria.
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Giocatori e allenatori vincenti: Pep Guardiola
Il caso più famoso, almeno ai giorni nostri. Negli anni Novanta, Guardiola è stato un eccellente regista con la maglia del Barcellona, di cui è divenuto un titolare nel 1991, arrivando a vincere la prima Coppa dei Campioni della storia blaugrana. È stato uno degli uomini simbolo del grande Barça allenato da Johan Cruijff, nonché una bandiera della Spagna, con cui ha vinto l’oro olimpico del 1992 e disputato due edizioni dei Mondiali.
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Zinedine Zidane
Centrocampista offensivo, Zidane s’impose come calciatore con la maglia del Bordeaux nella stagione 1995-96 (celebre una sua partita in Coppa UEFA contro il Milan) e da lì fece il salto alla Juventus, diventando uno dei giocatori principali della formazione bianconera. Il periodo migliore della sua carriera è però quello trascorso al Real Madrid, tra il 2001 e il 2006, durante il quale vinse diversi titoli, tra cui una Champions League. È stato inoltre il leader tecnico della Francia campione del mondo nel 1998 (anno in cui vinse il Pallone d’Oro) e d’Europa nel 2000, e a fine carriera riuscì ancora a condurre i Bleus in finale nel 2006, consacrandosi come il più grande calciatore francese di sempre.
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A Madrid ha legato gran parte della sua vita, al punto che tutta la sua storia come allenatore, finora, è stata trascorsa alle Merengues. Ha iniziato nel 2013 come vice di Carlo Ancelotti, da cui ha ereditato uno stile di gioco ordinato e pragmatico, e dopo un’esperienza con la squadra B è stato promosso nei senior, imponendosi contro ogni pronostico e portando il club a vincere tre Champions League consecutive, primo allenatore nella storia a riuscire in questa impresa.
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Johan Cruijff
Il maestro di Guardiola, e molto altro. Profeta del calcio totale, Cruijff fu la stella dell’Ajax dei primi anni Settanta e dell’Olanda finalista dei Mondiali del 1974, che rivoluzionarono il calcio con il loro gioco offensivo. In campo era un giocatore di difficile collocazione, ma generalmente è considerato uno dei migliori prototipi di falso 9. Tra il 1973 e il 1978, dopo aver dominato l’Europa coi Lancieri, riportò il Barcellona a vincere il campionato spagnolo, e in carriera seppe conquistare la bellezza di tre Palloni d’Oro.
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In panchina, riaggiornò le tattiche del suo maestro Rinus Michels, e guidò prima l’Ajax alla vittoria della Coppa delle Coppe del 1987, e poi il Barcellona, dove costruì una squadra eccezionale arrivando a dominare il campionato spagnolo, a vincere un’altra Coppa delle Coppe e una Coppa dei Campioni. Fu tanto influente da allenatore quanto lo era stato da giocatore, sebbene la sua carriera in panchina durò poco: nel 1996, gravato da problemi di salute, si ritirò per tornare in Olanda come dirigente.
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Kenny Dalglish
Scozzese, emerse nel Celtic degli anni Settanta, ma si consacrò successivamente con la maglia del Liverpool, di cui fu uno dei più grandi attaccanti di sempre, contribuendo in maniera determinante all’epoca d’oro dei Reds: otto campionati, quattro Coppe di Lega, due FA Cup, sette Charity Shield, tre Coppe dei Campioni e una Supercoppa europea. Nel 1983 arrivò secondo nella classifica del Pallone d’Oro dietro Michel Platini.
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Per cinque anni fu allenatore-giocatore del Liverpool, prima di ritirarsi dal campo, e vinse ancora numerosi titoli in Inghilterra. Uno dei più celebri è senza dubbio il campionato del 1994-95, conquistato a sorpresa sulla panchina del modesto Blackburn, che gli valse il titolo di allenatore dell’anno della FA. Dalglish è noto per essere lo sportivo del calcio più vincente della storia, sommando sia la carriera in campo che quella in panchina.
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Mario Zagallo
Zagallo fu l’eroe silenzioso del Brasile del 1958 e del 1962, una squadra esageratamente offensiva che giocava un 4-2-4 in cui era proprio il centrocampista del Flamengo (e poi del Botafogo) a mantenere gli equilibri. Nato come mezzala sinistra, seppe adattarsi molto bene al ruolo di esterno, trasformandosi in attaccante nella Seleção; la sua attitudine tattica, l’abilità nel coprire tutta la fascia e recuperare palloni in portanti a centrocampo lo resero uno dei migliori giocatori della sua epoca, sebbene meno appariscente di Pelé e Garrincha.
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La sua carriera da allenatore è lunghissima (va dal 1967 al 2002, se si eccettua una parentesi successiva come direttore tecnico) e densa di titoli conquistati tra il Brasile e i paesi arabi. Ma deve la sua fama in panchina soprattutto al Mondiale vinto col Brasile nel 1970, il terzo della storia verdeoro (che significava la conquista definitiva della Coppa Rimet), che ne ha fatto la prima persona nella storia a sollevare il trofeo sia da giocatore che da allenatore (nel 1990 ci riuscirà anche il tedesco Franz Beckenbauer).