Un viaggio tra gli allenatori più vincenti di sempre significa compiere un vero e proprio viaggio all’interno della stessa storia del calcio
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Gli allenatori più vincenti di sempre
Una premessa fondamentale: per essere un grande allenatore non è necessario avere vinto tanto. Come per i calciatori, lo spessore di un tecnico dipende anche da numerosi fattori: opportunità, momento storico, particolari più o meno fortunati. Chi scende in campo, così come chi siede in panchina, può entrare nella storia anche con pochi ma significativi “assoli”, o trovarsi lontano dalle vittorie che contano per molte altre ragioni che rendono il calcio continua materia di discussione.
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Detto questo, però, è innegabile il contrario: per vincere tanto è fondamentale essere un grande allenatore, e del resto i nomi che vedrete nella nostra lista sono indiscutibilmente destinati a restare per sempre nella storia della disciplina.
CALCIATORI CHE HANNO VINTO CHAMPIONS E MONDIALE
Sir Alex Ferguson
È Sir Alex Ferguson, scozzese di Glasgow, al primo posto nella classifica degli allenatori più vincenti nella storia del calcio: leggenda del Manchester United, che ha guidato ininterrottamente dal 1986 al 2013 prima riportandolo agli antichi fasti e poi trasformandolo in uno dei club più importanti al mondo, Ferguson ha conquistato in carriera l’incredibile cifra di 49 trofei. Di questi 38 sono arrivati durante la sua permanenza all’Old Trafford, che si è conclusa a 72 anni soltanto per sua stessa volontà: non è un caso che ancora oggi i Red Devils stiano cercando il suo erede.
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Nel suo palmares spiccano le 13 vittorie in Premier League, tra cui due triplette consecutive, 5 FA Cup e 4 Coppe di Lega che vanno ad aggiungersi ai trofei internazionali: 2 Champions League, un Mondiale per club, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa UEFA e una Coppa delle Coppe. Prima di guidare il Manchester United, bravo a dargli fiducia dopo le prime stagioni tutt’altro che brillanti, si era fatto un nome in Scozia soprattutto con l’Aberdeen, guidandolo alla conquista di 3 campionati, 4 coppe nazionali e una coppa di Lega.
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Carismatico, eclettico, capace di attraversare un’intera epoca restando sempre aggiornato e lanciando numerosi giovani talenti diventati stelle del calcio mondiale, Sir Alex Ferguson è stato più volte meritatamente riverito dai grandi allenatori che ha incontrato sul suo cammino, spesso risultando vincente: il suo straordinario palmares del resto parla chiaro.
Mircea Lucescu
Se il primo nome nella lista degli allenatori più vincenti di sempre è facilmente intuibile anche da chi segue il calcio superficialmente, persino i più esperti potrebbero avere difficoltà nell’individuare il secondo in classifica, che pure ha alzato al cielo la bellezza di 35 trofei.
Parliamo del santone rumeno Mircea Lucescu, classe 1945 e già da calciatore attaccante di grande spessore capace a suon di gol di vincere in 6 occasioni il campionato nazionale con la maglia della Dinamo Bucarest. Un bottino notevole che però sparisce rispetto a quello messo in bacheca una volta passato in panchina: ai primi successi in patria – due coppe di Romania e la Divizia A 1989/1990 – segue la parentesi italiana tra Pisa, Brescia, Reggiana e Inter.
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Con il Brescia Lucescu vince la Serie B e la Coppa Anglo-Italiana, quindi torna brevemente in Romania vincendo tutto a livello locale con il Rapid Bucarest. Il suo bottino si arricchisce comunque tra Turchia e Ucraina: un campionato vinto con il Galatasaray, uno con il Besiktas, ben 6 con lo Shakhtar Donetsk, dove dimostra di essere ancora straordinariamente al passo con i tempi creando una squadra bella e pratica che gli regala anche il terzo successo internazionale, la Coppa UEFA 2008/2009. A 75 anni allena ancora, e lo scorso 25 agosto ha conquistato il trofeo numero 35 guidando la Dinamo Kiev alla vittoria della Supercoppa d’Ucraina.
Valerij Lobanovskiy
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Il solo nominare la Dinamo Kiev porterà inevitabilmente la maggior parte degli appassionati e studiosi di storia del calcio a pensare a Valerij Lobanovskiy, che oltre a essere stato uno dei più grandi e rivoluzionari teorici della disciplina risulta a oggi essere il terzo tra gli allenatori più vincenti di sempre. Come un altro suo grande contemporaneo, il profeta del “Calcio Totale” Rinus Michels, Lobanovskiy si sarebbe trasformato da talento estroso e insofferente agli schemi a stratega eccezionale, vero e proprio maestro della tattica e precursore della preparazione atletica abbinata al calcio.
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Per il “Colonnello” – soprannome che riprendeva il grado raggiunto nell’Armata Rossa sovietica – ogni partita era una vera e propria sfida a scacchi con l’avversario di turno, una sfida che spesso lo vedeva vincente anche per la sua capacità di esaltare il gruppo e allo stesso tempo valorizzare il singolo. In quest’ultimo caso sono significativi i Palloni d’Oro conquistati da Oleg Blochin, Igor Belanov e Andriy Shevchenko, che andò a rendergli omaggio dopo aver conquistato il trofeo nel mausoleo dove era stato sepolto a Kiev.
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Valerij Lobanovskiy ha segnato un’epoca, professando il cosiddetto “calcio del futuro” e ideando un sistema di valutazioni individuali e di squadra che gli consentivano di tenere costantemente sotto controllo il rendimento dei suoi uomini: non è certo un caso che raramente questi abbiano continuato ad offrire lo stesso rendimento una volta abbandonato il maestro. Nei 32 trofei conquistati trovano posto 8 campionati sovietici, 5 campionati ucraini e 2 Coppe delle Coppe, trofei internazionali arrivati per giunta a distanza di 10 anni l’uno dall’altro dopo aver costruito due diversi gruppi vincenti.
Josep Guardiola
Capace di coniugare al meglio spettacolo e risultati, ideatore dell’ultima grande squadra capace di rivoluzionare il calcio in epoca moderna e costantemente alla ricerca della perfezione, come un artista ossessionato dalla bellezza assoluta, Josep Guardiola per molti è ancora oggi il più grande allenatore in attività nonostante i deludenti risultati degli ultimi anni a livello internazionale.
Nella sua ricchissima bacheca, che a oggi comprende la bellezza di 29 trofei, il profeta spagnolo attualmente alla guida del Manchester City può comunque vantare 2 Champions League conquistate con il Barcellona, 3 Coppe del Mondo per club e altrettante Supercoppe UEFA. A questi successi dobbiamo aggiungere quelli a livello locale inanellati tra Spagna, Germania – dove al Bayern Monaco ha dato il via a una rivoluzione di cui ancora oggi i bavaresi si godono i frutti – e Inghilterra: Guardiola ha vinto 3 volte la Liga, 3 volte la Bundesliga e 2 volte la Premier League.
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A quasi 50 anni Pep avrà tempo di migliorare ancora il proprio palmares, ma anche nella remota ipotesi che questo non dovesse accadere è innegabile che il suo nome resterà per sempre scolpito nella storia del calcio come quello dell’ultimo grande profeta, il maestro del Tiki-Taka, un’idealista che piace dentro e fuori dal campo dallo stile inconfondibile e capace di plasmare squadre di campioni a sua immagine e somiglianza.
Luiz Felipe Scolari
Classe 1948, primo e unico sudamericano presente nella top 10 degli allenatori più vincenti, Luiz Felipe Scolari ha cominciato ad allenare nel 1982 conquistando con il CSA, il club in cui aveva concluso una modesta carriera da calciatore, il campionato dello stato di Alagoas. È il primo dei 28 successi che arriveranno negli anni successivi, in cui Felipão si metterà alla prova con diverse realtà entrando nella storia del calcio mondiale.
Il successo più significativo è sicuramente il Mondiale del 2002 vinto alla guida di un Brasile letteralmente resuscitato dopo il suo arrivo, mentre prima sono arrivate alcune vittorie in patria e in Kuwait con il club e con la Nazionale. In Asia tornerà anche dopo aver perso con il Portogallo la finale di EURO 2004, guidando l’ambizioso Guangzhou Evergrande alla conquista di 3 campionati cinesi, due Supercoppe, una coppa nazionale e la Champions League asiatica.
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Quest’ultimo successo lo rende con Marcello Lippi l’unico tecnico nella storia capace di conquistare la massima competizione continentale in due continenti diversi – si aggiunge alle due Libertadores alzate al cielo con Gremio e Palmeiras rispettivamente nel 1995 e nel 1999 – e precede il ritorno in patria dove arriva nel 2018 un nuovo successo nel campionato brasiliano.
Jock Stein
Nel 1967 la “Grande Inter” di Helenio Herrera, all’epoca considerata imbattibile, cade fragorosamente nella finale della Coppa dei Campioni giocata a Lisbona: a stenderla è il Celtic Glasgow, una squadra formata interamente da un gruppo di ragazzi nati nei dintorni della città scozzese. Quei giocatori entreranno nella storia del calcio come i “Lisbon Lions”, “i leoni di Lisbona”, e il loro allenatore è il grande Jock Stein.
Si tratta del trofeo più importante tra i 26 messi in bacheca da uno degli allenatori più vincenti di sempre, capace di conquistare 10 campionati scozzesi (di cui 9 consecutivamente) e di restituire grandezza internazionale tanto al Celtic quanto all’intero movimento scozzese, che dopo la sua dipartita finirà sempre più lontano dal calcio che conta.
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Straordinario nel creare e cementare un gruppo sotto a un’unica bandiera, tra i primi a intuire l’evoluzione di un calcio sempre più fisico – sarà proprio il ritmo indiavolato con cui i Bhoys giocano a stendere l’Inter – Stein conquista oltre ai 10 campionati e alla famosa Coppa dei Campioni anche 9 Coppe di Scozia e 6 Coppe di Lega, segnando letteralmente un’epoca ed entrando per sempre nel mito di una delle squadre più affascinanti al mondo.
Ottmar Hitzfeld
Tra gli allenatori più vincenti nella storia non può mancare un esponente della scuola tedesca, tornata in auge soprattutto negli ultimi anni con nomi come Klopp e Nagelsmann e che a oggi ha come primatista assoluto Ottmar Hitzfeld, che nel 2014 ha concluso una carriera durata tre decadi in cui ha conquistato la bellezza di 25 trofei.
Una vita divisa tra la Germania e la Svizzera, Paese in cui ha iniziato e concluso la carriera sia come calciatore che come tecnico, Hitzfeld rientra insieme ad Ancelotti, Happel, Mourinho e il connazionale Heynckes nel ristretto club degli allenatori capaci di vincere la Champions League con due squadre differenti, avendo conquistato il più importante trofeo UEFA nel 1997 con il Borussia Dortmund e nel 2001 con il Bayern Monaco.
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Con i due maggiori club tedeschi ha vinto anche 7 volte la Bundesliga, 3 volte la Coppa di Germania e 2 volte la Coppa di Lega, mentre in Svizzera ha vinto 2 campionati con il Grasshoppers e 3 coppe nazionali – primo trionfo in carriera con l’Aarau nel lontano 1985. Il finale di carriera è stato nuovamente in quello che può essere considerato a tutti gli effetti il suo “Paese adottivo”, dove ha guidato la Nazionale rossocrociata dal 2008 al 2014.
José Mourinho
In leggera fase calante, con un’esperienza da dimenticare al Manchester United e una che ancora deve completamente ingranare al Tottenham Hotspur, José Mourinho deve comunque essere ancora considerato uno degli allenatori più vincenti e influenti nella storia recente del calcio, un personaggio dotato di incredibile carisma e abile tanto dal punto di vista tattico quanto da quello della personalità, un vero e proprio leader capace di creare un legame fortissimo con i giocatori che si trova ad allenare.
Di lui resteranno nella storia la Champions League conquistata alla guida del Porto, che lo ha proiettato nell’Olimpo dei grandissimi e gli è valsa il soprannome di Special One, e quella alzata al cielo con l’Inter nel 2010, l’anno di un Triplete indimenticabile. Due perle che vanno ad aggiungersi ai campionati vinti in Portogallo, Italia, Inghilterra e Spagna per un totale di 25 trofei, ultima l’Europa League conquistata nel 2017 alla guida del Manchester United.
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Istrionico, controverso, amato dai propri tifosi e detestato da molti avversari, José Mourinho è senza alcun dubbio un grande allenatore e un uomo senza peli sulla lingua, che resterà sicuramente nella storia di un calcio che senza di lui molto probabilmente non sarebbe stato lo stesso.
Giovanni Trapattoni
Classe 1939, ritiratosi nel 2013 dopo l’ultima esperienza come ct dell’Irlanda, Giovanni Trapattoni ha dedicato al calcio una vita intera, prima come calciatore e poi come tecnico tra i più rinomati e apprezzati, sempre pronto a mettersi in gioco e ad adattare le sue idee a uomini, squadre e momenti storici.
Furono la sua concretezza e la sua determinazione a valergli la fiducia di un grande uomo di calcio come Giampiero Boniperti, che lo volle alla Juventus praticamente da esordiente nel lontano 1976: bravissimo nel gestire il gruppo e nel valorizzare i calciatori che aveva a disposizione, il Trap guiderà i bianconeri per un decennio, trascinandoli alla vittoria di 6 Scudetti e soprattutto alla conquista di ogni trofeo internazionale: Coppa delle Coppe, Coppa UEFA, Coppa dei Campioni, Supercoppa UEFA e Intercontinentale.
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Il fiore all’occhiello in una carriera che gli ha permesso di conquistare 22 trofei può comunque essere considerato lo Scudetto 1988/1989 vinto con “l’Inter dei record”, una squadra che resterà nella memoria di tutti gli appassionati. Nel finale di carriera il Trap si rivela uomo di mondo, allenando in Portogallo, Germania e Austria e anche in questo caso vincendo titoli su titoli. Una vera e propria icona del calcio italiano e internazionale.
Arsène Wenger
Non sarà certo un caso che oggi, la carriera di allenatore virtualmente conclusa, Arsène Wenger sia tenuto in grande considerazione dalla UEFA e dall’International Board per quel che riguarda lo studio del calcio attuale e gli eventuali miglioramenti da applicare. A questi livelli niente avviene per caso, e la spiegazione è quasi banale: il tecnico francese, la cui immagine sarà per sempre legata all’Arsenal, è uno degli allenatori più vincenti e preparati di sempre.
In un calcio frenetico come quello attuale, che divora costantemente i propri idoli ed è sempre pronto a mettere in discussione chiunque, l’immagine di Wenger per molti può essere quella degli ultimi anni, quella cioè di un allenatore ormai sorpassato che cerca di resistere ad alto livello trovandosi via via sempre più lontano dalla vetta. Eppure, guardando i numeri, l’ultimo trofeo vinto risale al 2017, all’anno precedente l’addio ai Gunners.
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Si tratta della FA Cup, trofeo conquistato in ben 7 occasioni – un record – e che è diventato il numero 21 di una carriera che ha visto Wenger vincere la Premier League in 3 occasioni, in una addirittura da imbattuto. Trionfi che sono andati ad aggiungersi a quelli degli esordi tra Francia e Giappone e che comunque non dovrebbero servire per determinare la grandezza di un allenatore che come pochi ha influenzato e trasformato il calcio inglese accompagnandolo per mano in quello che è oggi con il suo stile continentale.
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