Lo Spezia sembra sul punto di diventare il terzo club italiano della carriera di Fernando Llorente, il centravanti del Napoli ora in cerca di una nuova sfida, dopo una carriera di declini e rinascite continue.
Tra Osimhen, Milik e Petagna, il posto di punta centrale del Napoli è ormai ampiamente coperto, così Fernando Llorente è in cerca di un nuovo club: dopo varie ipotesi, ora è lo Spezia a essere inaspettatamente in pole position per il centravanti spagnolo, che porterebbe alla neopromossa ligure esperienza e fisicità, ma in cambio di un ingaggio da 2,5 milioni l’anno.
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Llorente: da eroe a traditore
Nato a Pamplona, Fernando Llorente è considerato basco ma solo d’adozione, poiché la sua famiglia è originaria della Rioja. Lui però è cresciuto all’Athletic Bilbao, ed è entrato a far parte di quella consolidata tradizione dei rocciosi centravanti bilbaini (Zarra, Urzaiz e Aduriz sono tre ottimi esempi).
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Tra il 2005 e il 2013, Llorente ha giocato 333 partite in biancorosso, segnando 118 reti, trascinando l’Athletic alla doppia finale Europa League-Coppa del Re del 2011-12, con Bielsa in panchina, conquistando anche la classifica di Pichichi della Liga e consacrandosi come idolo assoluto della tifoseria bilbaina.
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I fan dell’Athletic sono tra i più appassionati di Spagna, e la particolare situazione politica basca fa sì che la rivalità con i club del resto del paese sia molto accesa. Gli Zurigorriak sono la squadra simbolo della regione, e questa forte identità ha spesso consentito di trattenere a Bilbao tanti grandi giocatori che avrebbero potuto andare a vincere di più altrove. Per questo, quando decise di trasferirsi alla Juventus a parametro zero, al termine della stagione 2012-13, passò da eroe popolare a traditore.
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Llorente: un declino insolito
Voluto fortemente da Antonio Conte, dopo le iniziali difficoltà di ambientamento Llorente divenne un elemento preziosissimo nell’attacco della Juventus, concludendo la stagione con 18 reti complessive. In estate ci fu però il cambio in panchina che portò Massimiliano Allegri alla Juventus, allenatore con cui il centravanti non legò mai del tutto, specialmente a livello tattico, complici anche le ottime prestazioni del giovane connazionale Morata, stilisticamente molto più mobile.
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A soli 30 anni, Llorente non era più uno degli attaccanti più temibili d’Europa, ma un giocatore in cerca di un rilancio. Da qui, Fernando Llorente iniziò una fase di carriera veramente strana, in cui, pur non riuscendo più a garantire gol determinanti come in passato, rimase lo stesso sulla cresta dell’onda.
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Al Siviglia, ad esempio, ha segnato appena 7 reti in 36 presenze, ma conquistò l’Europa League. Nel modesto Swansea ha vissuto la sua stagione come grande realizzatore, con 15 gol decisivi per la difesa del posto in Premier League, riconquistandosi così a 32 anni un ingaggio in un top club come il Tottenham. Così, con gli Hotspurs, pur facendo da riserva di Harry Kane, è risultato decisivo per raggiungere la finale di Champions League nel 2019, segnando nei quarti di finale il gol fondamentale per passare il turno ai danni del Manchester City.
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Dopo quell’esperienza, Llorente è tornato in Italia per volere di Carlo Ancelotti, ma la sua avventura a Napoli è stata poco esaltante: poche le presenze e ancora meno le reti, Llorente pesa anche enormemente sui bilanci del club partenopeo, che ora sta cercando di liberarsene.
Lo Spezia, alla sua prima stagione in Serie A, ha messo massicciamente mano alla rosa, puntando soprattutto su prestiti e parametri zero, ma sono necessari ancora dei tasselli per completare la squadra. In quest’ottica, Llorente garantirebbe esperienza e anche un certo peso mediatico: come punta, le sue caratteristiche sono abbastanza equivalenti a quelle di Galabinov, in rete contro il Sassuolo, ma lo spagnolo rappresenta senza dubbio un profilo più alto.
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Il presidente dei liguri Volpi (chi è) pare intenzionato a chiudere la trattativa facendo un grande sacrificio economico, garantendo all’ex-Athletic Bilbao lo stesso stipendio percepito a Napoli, in un contratto biennale.