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Il 26 settembre 1970 nasceva a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, Marco Antonio Etcheverry, geniale e imprevedibile attaccante di culto degli anni Novanta. Scopriamo assieme la sua storia.

A riguardarne la carriera su Wikipedia, oggi sarebbe difficile credere che Marco Etcheverry sia stato un giocatore tanto amato da diventare un vero e proprio calciatore di culto degli anni Novanta. Passato di sfuggita dall’Europa, passò gran parte dei suoi anni d’oro negli Stati Uniti, eppure gli sono bastati per affermarsi come uno dei più iconici diamanti grezzi del calcio sudamericano.

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Etcheverry: dalla Bolivia all’Europa

Nato a Santa Cruz de la Sierra, nella città più popolosa della Bolivia – probabilmente il paese sudamericano meno noto a livello calcistico – Marco Etcheverry iniziò la propria carriera in uno dei colossi del calcio locale, il Destroyers, prima di trasferirsi nella capitale La Paz per giocare nel Bolivar, la più importante squadra boliviana.

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Seconda punta o trequartista, si mise subito in mostra per una tecnica e sopraffina e un genio calcistico che lo rendevano, sebbene ancora molto giovane, il più spettacolare calciatore che si fosse mai visto nel paese. Questo gli valse il soprannome di El Diablo – da Etcheverry mai molto amato: profondamente religioso, ha sempre tenuto a precisare di sentirsi “più angelo che diavolo” – e l’interesse dei club europei.

Nel 1991 ottenne così una grande occasione con l’Albacete, neopromosso nella Liga, andando a giocare accanto al giovane Ismael Urzaiz e al trequartista uruguayano José Luis Zalazar. Benché la squadra riuscì a ottenere un sorprendente settimo posto in campionato, Etcheverry non riuscì ad ambientarsi del tutto: giocò appena 15 partite con 2 reti, e fu rimandato in Sudamerica.

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Etcheverry ai Mondiali di USA ’94

Passato in Cile al Colo-Colo, il boliviano disputò una buona stagione, ma fu soprattutto con la nazionale che lasciò il segno: durante le qualificazioni ai Mondiali del 1994, la Bolivia ottenne alcuni importanti risultati, tra cui la vittoria per 3-1 sull’Uruguay e quella, storica, per 2-0 sul Brasile, maturata nei minuti finali a partire proprio da una rete di Etcheverry. Piazzatasi seconda nel gruppo 2 dietro ai verdeoro, la Bolivia staccò il pass per gli Stati Uniti, tornando ai Mondiali dopo 44 anni di assenza.

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Quella nazionale poteva vantare una vera e propria generazione d’oro: oltre a Etcheverry, c’erano giocatori come William Luis Ramallo, capocannoniere delle qualificazioni, il centrocampista Julio Cesar Baldivieso, in procinto di trasferirsi al Newell’s Old Boys, la punta del Boavista Erwin Sanchez, e l’emergente Jaime Moreno, pronto al trasferimento al Middlesbrough.

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Purtroppo, i Mondiali che dovevano fare da trampolino di lancio per Etcheverry e riportarlo in Europa si rivelarono un disastro. All’esordio contro la Germania, El Diablo si fece espellere per un fallo evitabile su Matthaus; i sudamericani persero quella partita, ma soprattutto non riuscirono ad andare oltre il pareggio, senza Echeverry, contro la Corea del Sud, e infine vennero sconfitti dalla Spagna ed eliminati.

Etcheverry: Washington e il successo

Dopo un anno interlocutorio nel campionato colombiano, Etcheverry tornò negli Stati Uniti per vestire la maglia del DC United, il club di Washington allenato da Bruce Arena in cui avevano trovato spazio due suoi connazionali, Jaime Moreno e Berthy Suarez.

È qui che El Diablo visse il suo periodo migliore: otto stagioni condite da 34 reti in 190 presenze; quattro volte nella squadra dell’anno, due volte premiato per il miglior gol della stagione, una volta come MVP (1998). E poi tre campionati, una Copa Interamericana e una CONCACAF Champions League.

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Nel 1997, Etcheverry centrò anche un grande successo con la nazionale. In questo anno, la Copa America si tenne proprio in Bolivia, e tre anni dopo la qualificazione ai Mondiali la Verde superò in serie Venezuela, Perù, Uruguay, Colombia e Messico, prima di cedere in finale al Brasile. È stato il miglior risultato della Bolivia dal 1963, quando riuscì a vincere la competizione.

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Etcheverry: gli ultimi anni

Approfittando delle pause del campionato nordamericano, che ha tempistiche diverse rispetto a quelli sudamericani o europei, Etcheverry tornava ogni tanto al Sud in prestito. Spesso in Ecuador, prima con il Barcelona de Guayaquil (con cui è stato campione nazionale nel 1997) e poi con l’Emelec, e infine di nuovo in patria con l’Oriente Petrolero, vincendo il titolo nazionale nel 2001.

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Nel 2004 ha chiuso la sua carriera al Bolivar, per poi tentare la strada della panchina in seconda divisione con l’Aucas. La carriera da allenatore non è durata molto, e adesso è nel giro della Federcalcio boliviana, anche se ogni volta che la panchina del DC United è in bilico, i tifosi sperano ancora in un suo ritorno.

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