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Victor Osimhen ha debuttato in Serie A domenica scorsa, a Parma, risultando subito decisivo per il suo Napoli. Il 21enne nigeriano, pagato 70 milioni di euro, è il settimo acquisto più caro di sempre per un club italiano, il secondo africano, il primo nella storia del Napoli. Insomma, le aspettative sono alte, con Osimhen il Napoli di Gattuso può aspirare a tornare in Champions come d’altronde pronosticato dai migliori bookmakers online e piattaforma di giochi e casino per tablet e smartphone.

Non va però dimenticato che in Serie A ci sono tanti altri protagonisti originari dell’Africa che hanno già fatto o hanno tutto per fare la storia del calcio continentale: Gervinho, Koulibaly, N’Koulou, Bennacer, Hakimi, Boga, Boateng sono i nomi più conosciuti. Ma prima di loro ci sono stati cinque calciatori che hanno lasciato una traccia concreta nel nostro campionato, non solo per quanto fatto vedere in campo. Ecco di chi si tratta.

George Weah

Eletto miglior calciatore africano del secolo scorso, dall’IFFHS, e inserito tra i migliori 50 giocatori del XX secolo, Weah oggi è presidente della Liberia. Attaccante devastante, vinse Pallone d’Oro e Fifa World Player nel 1995: pochi mesi prima era passato al Milan, con cui ha giocato 147 partite ufficiali, segnando 58 gol, 46 dei quali in Serie A, in quattro anni e mezzo. In Italia, Weah ha vinto due campionati ma ha segnato un’epoca: leggendario il gol al Verona nella prima giornata del campionato 96-97, un coast to coast indimenticabile.

François Omam-Biyik

Nel 1997-98 passò dalla Sampdoria, come una meteora, uno degli attaccanti di culto degli anni ’90. Parliamo del camerunense Omam-Biyik che in blucerchiato mise assieme appena sei presenze, mai da titolare, senza mai segnare un gol. Ma il centravanti, che prima e dopo la parentesi italiana continuò a giocare e a segnare in Messico, il suo posto nella storia del calcio mondiale l’aveva già ottenuto sette anni prima: nella partita inaugurale del Mondiale di Italia ’90, fu l’autore del gol con cui il Camerun batté l’Argentina campione uscente, a Milano. La nazionale africana divenne la “seconda nazionale” per i tifosi italiani, in quel mondiale si arrese solo ai supplementari, all’Inghilterra, nei quarti.

Samuel Eto’o

Due stagioni nell’Inter, dopo essere stato un perno di quella che è considerata una delle squadre più forti di sempre, il Barcellona di Guardiola. Eto’o è stato un fuoriclasse di caratura mondiale, la sua bacheca è sterminata, in carriera ha segnato oltre 420 gol ma i tifosi dell’Inter lo ricordano soprattutto per il suo grande spirito di sacrificio che, probabilmente, fu una delle chiavi per il famoso “triplete” firmato Mourinho: il portoghese decise di schierarlo come tornante, Eto’o rispose con incredibile professionalità. Un lusso avere quel giocatore in quel ruolo.

Taribo West

Colonna dell’Inter di Simoni e Ronaldo che nel ’98 sfiorò lo scudetto, il centrale nigeriano si è distinto in Italia per i suoi interventi a dir poco rudi e per il colore delle treccine che cambiò, ovviamente passando al rossonero, quando cambiò casacca e firmò per il Milan nel ’99. Gli aneddoti che lo riguardano sono innumerevoli, personaggio fuori dal comune soprattutto fuori dal campo. Un altro personaggio di culto della Serie A degli anni ’90.

Abedì Pelé

Il suo vero nome è Abedì Ayew, non è complicato immaginare perché presto gli affibbiarono quello che di fatto sarebbe stato il nome che l’avrebbe accompagnato per tutta la sua carriera. Tre volte Pallone d’Oro africano, miglior ghanese di sempre, fu tra i grandi protagonisti della Champions League vinta dal Marsiglia, nel ’93, battendo in finale il favoritissimo Milan di Capello. In Serie A arrivò a 30 anni, nel ’94, e disputò due campionati con la maglia del Torino: il primo fu di altissimo livello, illuminante e non solo per le 10 reti realizzate. Il secondo andò molto peggio e culminò con la retrocessione in B dei granata.

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