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Il Bodø/Glimt direttamente dalla Norvegia: questo il prossimo avversario del Milan sulla strada verso i gironi di Europa League dopo la vittoria in scioltezza ottenuta in Irlanda. I ragazzi di Poli hanno domato la rabbiosa voracità fisica dei padroni di casa dello Shamrock imponendosi grazie ai goal di Ibrahimovic prima e di Calhanoglu poi, chiudendo il match sul due a zero. 

Milan: migliore e peggiore 

Se la vittoria è stata agevole una volta sbloccato il risultato, altrettanto non si può dire della gestione della gara da parte di Castillejo. Impeccabile sotto il profilo dell’attenzione e della dedizione alla causa, Samu si ritrova a sbagliare molto negli ultimi metri, non riuscendo praticamente mai a saltare il diretto avversario e fallendo il goal dello 0-2 pochi minuti dopo il vantaggio di Ibra. Non una partita da buttare, ma da lui ci si aspetta di più. 

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Il migliore, per distacco insieme a Donnarumma tra i pali, è ancora una volta Hakan Calhanoglu. Di lui (e di Ibra) parleremo più avanti, ma basti pensare che con un goal e un assist alla prima gara ufficiale della stagione ha già illuminato il Milan 20/21 della sua luce. Una gara giocata a galleggiare tra le linee avversarie trovandosi a meraviglia con tutti i compagni di reparto: un punto di riferimento, finalmente anche decisivo. 

Punto uno: le certezze del Milan

Dopo un mese e mezzo dall’ultima volta, il Milan inizia ufficialmente la nuova stagione nel segno di coloro che sotto la gestione Pioli hanno rivendicato il ruolo di certezze rossonere. Theo Hernandez su tutti, nel corso del match molto fisico con lo Shamrock ha dimostrato sicura affidabilità e una tenuta atletica invidiabile, dominando la fascia sinistra e sfiorando anche il goal. 

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Insieme a lui anche Kjaer in difesa ha recitato la parte di attore protagonista: la mancanza di Romagnoli ha pesato – tragico un errore di Gabbia su Green – ma la sicurezza granitica con cui il danese ha impostato tutta la manovra difensiva ha rincuorato i tifosi in vista del match di lunedì contro il Bologna. 

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Sono poi Kessié e Bennacer, titolari inamovibili del nuovo 4-2-3-1 galleggiante di Pioli le certezze del Milan di fine estate: ci mettono un po’ entrambi a prendere le misure a Jack Byrne, trequartista di matrice citizens, ma una volta compreso il ritmo di gioco, il centrocampo è stato praticamente solo affar loro. Un buon banco di prova, in attesa che la vera concorrenza si palesi tra i campi di Milanello. 

Punto due: l’asse Calhanoglu – Ibrahimovic

Come li avevamo lasciati hanno ripreso: dopo gli 11 goal e 9 assist del turco e gli 11 goal e 5 assist dello svedese, i due hanno ricominciato con un goal a testa alla prima gara ufficiale, con l’aggiunta dell’assist del turco allo svedese. 

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Una simbiosi totale sulla quale le certezze sopra citate si appoggiano per rendere questo Milan finalmente competitivo. Manca ancora qualcosa, come la lucidità fisica e un grammo di talento e concretezza in più sulle corsie laterali (mancavano però Rebic e Leao), e poi Pioli potrà dirsi contento. 

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Punto tre: gli esordi di Tonali e Diaz

Avevano entrambi già giocato in amichevole, ma la prima volta in maglia rossonera (questa sera in blu petrolio) in gare ufficiali non si scorda mai: Sandro Tonali e Brahim Diaz entrano insieme all’ottantaquattresimo rilevando rispettivamente Bennacer e Calhangolu e si calano nel match in due maniere differenti. 

L’andaluso con la maglia numero ventuno scatena la propria qualità di driblomane saltando due avversari e spedendo Castillejo in uno contro uno col portiere avversario, occasione sprecata dal numero sette che si dispera. 

Tonali ha invece solo il tempo di subire un fallo sulla propria tre quarti e sventagliare un pallone sulla sinistra sul quale Krunic (entrato al posto di Saelemaekers) non può arrivare in alcun modo. Nulla di preoccupante però: in casa Milan ciò che contava era il passaggio del turno, per poi rivolgere la testa a lunedì quando a San Siro arriverà il Bologna dell’ex Mihajlovic. 

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