7-1, lo score totale con il cui il Bayern ha distrutto il Chelsea. 8-2, il risultato con cui ha ammutolito il Barcellona e il mondo del calcio. 3-0, la vittoria con cui ha agilmente (ma nemmeno troppo) superato l’ostacolo Lione, raggiungendo l’11esima finale di Champions della sua storia. Tutto questo senza mai perdere o pareggiare una partita. Solo il Milan, nel 1993, era riuscito nella stessa impresa, perdendo, però, proprio in finale, contro Marsiglia.
Con quest’ultima vittoria, i bavaresi hanno raggiunto il 28esimo risultato utile consecutivo fra tutte le competizioni: definire impressionante il rendimento del Bayern è probabilmente sminuire le qualità di una squadra che ora vuole assolutamente vincere la Champions League, di cui, probabilmente, è la favorita.
Flick, l’uomo della rinascita del Bayern
Questo nonostante l’inizio di stagione sia stato abbastanza deludente, con il Bayern che a novembre era solamente quarto in Bundesliga. In quello stesso mese, inoltre, in seguito al pesantissimo 5-1 subito contro l’Eintracht Francoforte, era arrivato l’esonero di Niko Kovac, a cui subentrò Hans-Dieter Flick, che sarebbe dovuto essere un semplice traghettatore da sostituire a gennaio. Eppure, nella più totale sfiducia, l’ex allenatore delle giovanili bavaresi è riuscito a costruire una squadra non solo solidissima (appena 32 gol subiti), ma anche “bella” da vedere ( ben 100 gol segnati).
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Lewandowski, la punta di diamante
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In Champions League, invece, Flick ha semplicemente dato continuità al lavoro di Kovac, passando il girone da prima della classe e superando in scioltezza prima il Chelsea, poi il Barcellona, letteralmente spazzato via da Lewandowski e compagni, e infine il Lione. Ed è proprio il polacco a rappresentare la vera punta di diamante della squadra tedesca, che con lui è sempre riuscita riuscita a esprimere un calcio di livello altissimo, grazie alle sue caratteristiche di “attaccante totale”. Rapace d’area di rigore, regista offensivo, bomber dai gol spettacolari e persino “boa”, Lewandowski è una delle prime punte più forti e complete al mondo, che trova nella versatilità e nella sovrumana freddezza le sue qualità più spiccate.
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Non solo Lewandowski
Caratteristiche che sono state ulteriormente esaltate dal gioco di Flick, che ha fatto di lui un elemento quasi ma non totalmente imprescindibile nel Bayern, che, anche se dovesse rinunciare a lui, avrebbe su chi puntare per il proprio reparto offensivo. Zirkzee, pur essendo giovanissimo, ha già dimostrato di saper far la differenza anche fra i professionisti, mentre sugli esterni e sulla trequarti Müller, Coutinho, Coman e Gnabry hanno garantito imprevedibilità , talento, esperienza e soprattutto continuità .
E proprio Serge Gnabry sembra essere la perfetta unione fra queste quattro caratteristiche: il tedesco di origini ivoriane, infatti, si è rivelato assolutamente imprescindibile per questo Bayern, che, se ieri è riuscito a passare in vantaggio dopo un eccellente inizio del Lione, lo deve solamente all’incredibile gol del classe 1995. Un concentrato di velocità esplosiva, tecnica e feeling con la porta. Tutte queste qualità lo hanno fatto definitivamente esplodere nel corso di questa stagione, in cui si è affermato come una delle ali più talentuose al mondo.
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Kimmich e Alaba, i nuovi top player
Il gioco di Flick, però, ha esaltato anche altri due giocatori: Kimmich e Alaba. Il primo, trovando la sua collocazione definitiva in una posizione più centrale e avanzata, è diventato uno dei migliori mediani-registi d’Europa. Il secondo, invece, è riuscito ad affermarsi da difensore centrale, in coppia con Sule o Boateng, dopo che il giovanissimo e fortissimo Davies era riuscito a scalzarlo dal suo ruolo naturale.
Con questi interpreti, con questo gioco e con questa intesa, il Bayern deve essere considerata la favorita per la vittoria della Champions League. E il PSG, pur disponendo di tre fuoriclasse assoluti come Neymar, Mbappé e Di Maria, rischia di essere travolto dalla forza e dalla determinazione della squadra di Flick.