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Antidivo per eccellenza per via del suo profilo perennemente basso, Zinedine Zidane sta riscrivendo i record personali alla guida del Real Madrid

“Quando fai l’allenatore le responsabilità sono tante. Tutte le decisioni passano da te e non puoi permetterti di sbagliare. Un allenatore è sempre solo”. Zinedine Zidane si descriveva così fino a qualche tempo fa: queste parole, riprese nel bellissimo libro biografico firmato da Frederic Hermel, descrivono in pieno l’essenza del tecnico francese. Una sorta di antidivo che parla poco e lavora tanto, perché con quel nome così pesante ha sempre avuto tutto da dimostrare.

Eppure Zizou alla guida del Real Madrid sta letteralmente segnando un’epoca: nelle due diverse avventure alla guida dei merengues – la prima dal 2016 al 2018, la seconda da inizio 2019 a oggi – ha disputato 210 incontri con un bilancio favorevole tra i migliori del continente. Anzi, spulciando e approfondendo bene i numeri, ci si accorge che di allenatori come Zidane, in giro, attualmente ce ne sono veramente pochi.

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Zinedine Zidane, il migliore d’Europa

Entrando maggiormente nello specifico, nei 210 incontri disputati alla guida del Real Madrid, Zinedine Zidane ha collezionato ben 141 vittorie, 43 pareggi e 26 sconfitte. E, da quando si è seduto sulla panchina dei Blancos, ha alzato la bellezza di 11 titoli, un dato che lo proietta al primo posto della classifica dei più vincenti dell’ultimo lustro. Solo Pep Guardiola, con 10, ha saputo tenere i ritmi di Zidane.

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Che, però, ha meriti maggiori rispetto al catalano. Per esempio, Zizou ha avuto l’onore di sollevare per ben tre volte al cielo la Champions League, dando continuità alla gestione di Carlo Ancelotti e, soprattutto, permettendo al Real Madrid di andare in fuga nell’albo d’oro della competizione più importante d’Europa. Tre Champions League, come la mitica squadra di Alfredo Di Stefano degli anni ’50 o il Bayern e l’Ajax degli anni ’70. Ora il suo compito sarà quello di ribaltare l’ottavo contro il Manchester City di Guardiola, per confermare una tradizione che vede il Real di Zidane imbattuto nei doppi confronti.

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Numeri da record: un titolo ogni 19 partite

Zinedine Zidane, con i suoi 11 titoli, è uno degli allenatori più vincenti d’Europa. Secondo una stima calcolata dal quotidiano spagnolo Diario As, il tecnico francese ha la media di un trofeo ogni 19 partite disputate, praticamente un girone intero di Liga. Numeri clamorosi, che si uniscono alla sua grande capacità di gestire un ambiente decisamente esplosivo, protetto nei periodi peggiori e rimbrottato a dovere quando la piazza rumoreggiava troppo.

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Dopo aver conquistato la sua seconda Liga, Zidane ha messo la freccia in corsia di sorpasso su Johan Crujff, vincitore di 10 trofei con il Barcellona, e adesso nel mirino c’è quota 14, dove momentaneamente si stanziano a pari merito il grande Miguel Munoz e, appunto, Guardiola: mentre il primo ci ha messo altrettanti anni per guadagnarsi la testa di questa speciale graduatoria, il catalano ha vinto tutto nel breve ciclo quadriennale al Barcellona, cominciato nel 2008 e terminato nel 2012.

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Un ‘doblete’ 59 anni dopo

Inoltre, Zinedine Zidane ha avuto il grande merito di aver riportato l’accoppiata Liga – Champions League al Real Madrid nella stessa stagione. Non succedeva da ben 59 anni che i Blancos vincessero campionato e coppa, più precisamente nell’annata 1956/57. Altri tempi, altri calciatori ma soprattutto altri ritmi. Un calcio differente, nel quale la qualità prevaleva su tutto, i calendari erano meno fitti e la componente atletica non aveva la stessa importanza di oggi.

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Zidane ha avuto tanti maestri di grande spessore, dai quali ha appreso tutte le nozioni base per diventare un ottimo gestore, come lui stesso si è definito più di una volta. Da Lippi a Jacquet, passando per Del Bosque e Mourinho, Zizou ha unito il meglio di tutti dando vita a un mix esplosivo.

Quest’anno, in una stagione abbastanza particolare, ha sfruttato in pieno tutta la rosa a propria disposizione, utilizzando ben 26 calciatori. Tutti importanti, nessuno indispensabile. C’è un motivo per cui ha vinto tutto.

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