Ripercorriamo la carriera di Tommaso Augello, difensore della Sampdoria. Dopo una vita nelle serie minori, si sta togliendo delle buone soddisfazioni.
Salvezza matematica ottenuta con quattro turni d’anticipo, valorizzazione dei giocatori presenti in rosa con conseguente possibilità di ottimizzare al massimo future cessioni in sede di mercato, gettare le basi per la squadra che affronterà il prossimo campionato.
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L’ennesimo miracolo sportivo della carriera di Claudio Ranieri si chiama Sampdoria che, dopo un inizio shock contraddistinto da 7 sconfitte consecutive, è riuscita a tirarsi fuori dalle sabbie mobili e godersi in tranquillità le ultime battute della stagione.
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Agli evidenti meriti dell’esperto tecnico romano, si accompagnano le prestazioni di alcuni dei calciatori più esperti, ma anche e soprattutto di quelli meno considerati. Tra questi, il nome di Tommaso Augello, merita certamente una menzione particolare.
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Al suo primo campionato in serie A, il classe ‘94 ha dimostrato ancora una volta quanto la bontà di un percorso di crescita partito dalle serie minori, possa sfociare in una brillante affermazione ad alti livelli. Un lieto fine non scontato, reso possibile attraverso forte passione, profonda applicazione e una spiccata intelligenza non soltanto calcistica.
L’usato sicuro e la rivelazione inaspettata
Quando, dopo un apprendistato durato mesi, Augello aveva esordito nella massima serie l’eco della sua storia aveva fatto il giro del web, conquistando tutti i romantici del calcio.
Era il 5 novembre 2019 e la Sampdoria cominciava a dare i primi segnali di ripresa. “The tinkerman”, così come gli inglesi avevano ribattezzato Ranieri, si era in un primo momento affidato allo zoccolo duro della squadra con la speranza di ricavare qualche punto in grado di muovere la classifica e infondere fiducia a un gruppo fortemente depresso.
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Lo si può notare dando uno sguardo alle formazioni schierate inizialmente. Zero esperimenti, ognuno al proprio posto, pochi fronzoli e tanta concretezza. Solo dopo aver ottenuto qualche risultato positivo, chi aveva giocato poco o nulla, ha cominciato ad essere inserito nelle rotazioni.
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Il volto pulito del calcio, il ragazzo serio e pacato privo di qualsiasi vizio o vezzo particolare, arrivato a giocarsi la grande occasione dopo una lunga gavetta partita dalla quarta serie, aveva atteso con ansia ma al tempo stesso senza smania che arrivasse il suo momento.
Questione di tempo, perché come normale che fosse, ai titolari andava dato respiro prima o poi. Farsi trovare pronti nel momento del bisogno, ecco ciò a cui Augello e gli altri suoi compagni erano chiamati.
Compito delicato, assunto con estrema professionalità da chi nonostante lo scarso minutaggio era parte integrante di un gruppo solido guidato da un allenatore maestro nel rimettere a posto le cose e normalizzare le situazioni. Poco più di tre quarti d’ora complessivamente.
A tanto ammontavano i minuti trascorsi in campo dell’ex terzino di Pontisola, Giana Erminio e Spezia, prima delle due gare consecutive da titolare Sassuolo e Napoli. Una dimostrazione di fiducia ampiamente ripagata con prestazioni di spessore, le prime nel calcio dei grandi dove per molti era arrivato più tardi del previsto.
Tommaso Augello, una storia a lieto fine
Sulla sponda doriana di Genova Nicola Murru era considerato una sorta di istituzione nel ruolo di terzino sinistro moderno, ottimo nell’accompagnare la manovra e affidabile in fase difensiva.
Dopo aver sfiorato la Nazionale, il giocatore sardo è incappato in una stagione disgraziata, venendo spesso identificato come il simbolo di una squadra che faticava tremendamente a lasciarsi alle spalle il brillante triennio con Giampaolo per aprire un nuovo ciclo.
Non è un caso che a beneficiare della sua scarsa vena, sia stato proprio Augello, nuovo padrone della fascia mancina della Samp.
Semplificare in questo modo le cose probabilmente non renderà merito a due validissimi professionisti, ma è utile per comprendere la portata della stagione disputata da quest’ultimo.
Un autentico carneade, capace di conquistarsi allenamento dopo all’evento la stima e la fiducia del proprio allenatore, dimostrando in campo quelle qualità che ora tutti gli riconoscono ma che in pochi credevano possedesse.
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Spinta costante, piede educato, spiccata intelligenza tattica. Titolare in quattro delle ultime cinque partite disputate dalla Sampdoria, Augello ha cambiato il finale di una storia che sembrava già scritto come il suo immediato ritorno nella serie cadetta dopo qualche mese.
Troppo poco la fiducia nei calciatori italiani in generale, figurarsi quella nei confronti dei tanti prospetti che per maturare definitivamente necessitano di un periodo più lungo. Ogni tanto, ai tanti stranieri di dubbio valore proposti da chissà quale intermediario, si preferiscono giocatori di casa nostra contraddistinti da qualità e valori morali in grado di esaltarne anche le abilità tecnico-tattiche.
Bravissima la Sampdoria a credere i lui e lui a credere in se stesso. Non sarà una favola ma ogni tanto lasciateci sognare.