Due graditi ritorni infiammeranno la prossima stagione in Liga: dal Cadice, assente dai grandi palcoscenici dal 2006, all’Huesca, che riappare dopo un solo anno
Qualche giorno fa era toccato al Cadice, nelle ultime ore a festeggiare è stato il Huesca. Andalusia ed Aragona avranno una rappresentante a testa in più nella Liga 2020/21, che si preannuncia come una delle più scoppiettanti degli ultimi anni. Il verdetto, arrivato con due giornate d’anticipo, sorprende perché né Cadice né Huesca, almeno alla vigilia, erano state inserite nel lotto delle favorite in previsione della lotta promozione.
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Invece, i due slot occupati dalle succitate implicano l’esclusione dalla prossima Primera Division della maggior parte delle protagoniste tanto attese. Solo una tra la Real Saragozza – che quest’anno si è letteralmente suicidata -, l’Almeria del ricco progetto saudita, il Girona e il Rayo Vallecano avrà quindi la possibilità di tornare al piano superiore, abbandonando una cadetteria lunga, estenuante e troppo dispendiosa a livello di impegni.
Cadiz dan Huesca Promosi ke #Laliga 2020/2021 pic.twitter.com/ec9X9W16Gf
— Siaran Bola Live (@SiaranBolaLive) July 18, 2020
Cadice, la protagonista che non ti aspetti
L’obiettivo di inizio stagione del Cadice era quello di provare a giocarsi la promozione ai playoff. Col passare delle giornate, però, la consapevolezza che la squadra allenata da Alvaro Cervera potesse scrivere un pezzo importantissimo della propria centenaria storia è andata sempre più in crescendo. Merito, in primis, proprio del lavoro portato avanti dal classe 1965 originario della Guinea Equatoriale, risultato decisivo col passare dei mesi.
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Dopo un inizio sorprendentemente positivo, la squadra ha ingranato la quinta non abbandonando mai più le prime due posizioni della classifica. Nemmeno dopo il lockdown, i ‘pajaritos’ hanno perso smalto. La società, nella figura del presidente Manuel Vizcaino, ha riportato in Liga una squadra che tra gli anni Ottanta e i Novanta frequentava regolarmente i piani alti del calcio spagnolo, salvo poi sprofondare in una crisi economica irreversibile.
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Gli ultimi 25 anni sono stati un calvario, passati tra seconda e terza divisione con una sola puntata, nel 2005/06, in Liga. Una sorta di canto del cigno, che dopo anni ancora brucia viste le potenzialità che una piazza calda, e non solo a livello di clima, come Cadice ha spesso fatto intravedere. Un pubblico, quello che riempie le tribune dell’Estadio Ramon de Carranza, molto appassionato, che quest’anno è finalmente tornato a godersi una squadra capace di emozionare giocando un calcio offensivo e propositivo.
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I protagonisti della cavalcata
Alberto Cifuentes ha 41 anni, fa il portiere e a Cadice ha trovato una sorta di seconda giovinezza. Con la fascia di capitano legata al braccio ha guidato i suoi compagni nella cavalcata vittoriosa di quest’anno, culminata con la promozione diretta in Liga. La dirigenza, consapevole della difficoltà del campionato, gli ha affiancato diversi elementi di esperienza.
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Dal centrocampista argentino Augusto Fernandez, grande feticcio di Simeone all’Atletico Madrid, fino ad Alberto Jurado, passando per il centrale difensivo Juan Cala (che vanta parecchie presenze ai piani alti), il mix messo a disposizione di Alvaro Cervera si è rivelato esplosivo, esaltando le doti della stella del Cadice versione 2019/20, quel Anthony Lozano arrivato in estate dal Girona, altra squadra retrocessa dalla Liga. L’honduregno ha segnato e fatto segnare, rivelandosi come uno degli attaccanti più incisivi della Segunda Division.
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Hay hazañas que no comienzan con una victoria.
Lo hacen con una promesa.Esto es lo que ocurre cuando una provincia entera se une con una sola causa…
💪🔵🔴#HuescaNoRebl1A pic.twitter.com/Ge9IYETUtv
— SD Huesca (@SDHuesca) July 17, 2020
Huesca, in Liga dopo un solo anno
I suicidi sportivi di Real Saragozza e Almeria hanno permesso all’Huesca di tornare in Liga a soli dodici mesi dalla fine della prima storica avventura in massima serie della piccola realtà aragonese. Che, lo scorso anno, prima di mollare definitivamente aveva messo in difficoltà anche alcune big. Per provare a riaffacciarsi tra le grandi, la società ha affidato la panchina a Michel, tecnico giovane ma già collaudato per la categoria.
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Reduce da diverse esperienze con il Rayo Vallecano, Michel ha saputo imbastire un 4-2-3-1 molto ordinato, nel quale spicca la qualità dei suoi interpreti offensivi. Per esempio, a Huesca si è rilanciato il giapponese Shinji Okazaki, capace di diventare il vero valore aggiunto del club oscense assieme a Mikel Rico, reietto nelle ultime stagioni a Bilbao e arrivato a parametro zero la scorsa estate. Inoltre, in Aragona si sono ritrovati diversi giovani di grande prospettiva come Rafa Mir (Wolverhampton), Jordi Mboula (Monaco), Dani Raba (Villarreal) e soprattutto Segio Gomez.
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Parola d’ordine: riprogrammare
Il baby prodigio del calcio spagnolo, che il Borussia Dortmund ha prestato per fargli accumulare minuti, nel girone di ritorno si è ritagliato un posto da titolare, andando ad allungare ulteriormente le rotazioni di Michel. Il resto lo ha fatto una difesa migliorata parecchio col passare delle giornate, nella quale Pulido e Luisinho hanno a tratti dominato, e la consapevolezza di possedere una qualità che altre squadre non avevano a disposizione.
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Ora non resta che capire come non ripetere più gli errori del passato. Della squadra che aveva conquistato la Liga un paio di anni fa non è rimasto quasi nessuno, ma è ovvio che la dirigenza dovrà massicciamente puntellare una rosa composta oggi prevalentemente da calciatori in prestito. Rivedere e riprogrammare sono quindi le due parole d’ordine per un Huesca che, nella propria storia, non è mai stata abituata a frequentare palcoscenici così importanti.
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