La vittoria del Siviglia sul Maiorca consegna la sesta salvezza consecutiva all’Eibar, matricola spagnola che con idee e programmazione ha tenuto testa alle grandi
Un paesino di 28mila anime che festeggia l’ennesima salvezza. Chissà con quale animo i tifosi dell’Eibar, piccolo centro situato nel cuore dei Paesi Baschi, hanno vissuto la sfida tra Siviglia e Maiorca, uno dei posticipi dell’ultimo turno di Liga. In caso di vittoria andalusa, gli azulgrana si sarebbero matematicamente salvati, quindi serviva assolutamente un successo di Ocampos e soci per poter celebrare l’ennesima impresa.
E, proprio grazie a una rete del centrocampista argentino, a 900 chilometri dal Sanchez Pizjuan la festa ha avuto il via definitivo: mentre il Siviglia blindava la qualificazione alla prossima Champions League, giocatori e fans dell’Eibar potevano finalmente mandare in archivio un’altra stagione sofferta, culminata però con la sesta salvezza consecutiva. Un risultato pazzesco, soprattutto per il club di Liga con meno disponibilità economiche assieme al Getafe.
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Eibar, una stagione da incorniciare
Tuttavia, a inizio stagione c’erano diversi dubbi sul fatto che l’Eibar versione 2019/20 potesse raggiungere il traguardo senza particolari problemi. In estate la società aveva perso tre perni centrali della squadra che lo scorso hanno aveva cullato addirittura il sogno europeo: dopo aver ceduto Joan Jordan, negli ultimi giorni di mercato estivo avevano lasciato i Paesi Baschi anche il terzino Ruben Peña e l’eclettivo laterale Marc Cucurella, rientrato al Barcellona da un prestito molto produttivo.
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In entrata, invece, si è scommesso su alcuni profili interessanti, ma totalmente da rilanciare. Il paradosso si è concretizzato nel pomeriggio del 12 luglio, quando sul campo dell’Espanyol l’Eibar si è imposto 2-0 grazie a una doppietta di Edu Exposito, colui il quale era arrivato per prendere il posto di Joan Jordan senza mai mettersi particolarmente in mostra. Invece, post lockdown, l’ex Deportivo La Coruña si è rivelato come uno dei migliori centrocampisti della Liga.
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L’amuleto Mendilibar
E i risultati, soprattutto nel girone di andata, faticavano ad arrivare: dopo un inizio al rallentatore, l’Eibar ha trovato un paio di vittorie a fine settembre e un altro paio a cavallo con novembre, chiudendo con tre punti la prima parte di stagione. In mezzo tante sconfitte, qualche pari acciuffato in rimonta e soprattutto pochi gol segnati. Servivano quindi tranquillità, che in una piazza come quella ‘armera’ non è mai mancata, ma anche astuzia, e soprattutto la capacità di normalizzare una situazione che sembrava essere sfuggita di mano.
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In questo processo è stato fondamentale il lavoro di José Luis Mendilibar, la vera pietra angolare del progetto Eibar. Il tecnico, arrivato al club nel 2015, ha sempre saputo valorizzare al massimo ogni singola risorsa che la società gli ha messo a disposizione. Il suo 4-4-2 vecchia scuola esalta terzini ed esterni – a lui va infatti ascritta l’esplosione di Cucurella -, ma soprattutto permette a una squadra un po’ avara di qualità di occupare al meglio tutte le zone di campo.
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Mendilibar è uno degli idoli locali: classe 1961, è nato nella regione basca e in carriera ha gironzolato un po’ per tutto il paese, prima di rientrare a Eibar, dove aveva già allenato nella stagione 2004/05 sfiorando la clamorosa promozione in Liga. Quella tra lui e gli ‘armeros’ è quindi una storia d’amore che va avanti da anni.
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E che, secondo fonti spagnole, potrebbe però essere arrivata al capolinea: dopo cinque cicli le strade tra il tecnico e l’Eibar potrebbero dividersi. Niente litigi né incomprensioni alla base dell’eventuale divorzio, solo la voglia di cimentarsi in una nuova avventura, lasciando una comfort zone che negli anni gli ha dato tutto.
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Il caso Elche e il ripescaggio
La sesta salvezza consecutiva dell’Eibar nasce da una retrocessione evitata. Sì, avete capito bene: al termine della stagione 2014/15, il club basco – alla prima apparizione assoluta in Liga – sarebbe dovuto tornare in cadetteria dopo essersi classificato terzultimo. In panchina siedeva Gaizka Garitano, l’attuale tecnico dell’Athletic, che alla prima giornata vinse 1-0 il derby contro la Real Sociedad, regalando il primo storico successo nel calcio che conta alla piccola realtà basca.
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Dopo un ottimo girone di andata l’Eibar mollò fino a crollare in fondo alla classifica, ma venne salvato grazie a una penalizzazione rifilata all’Elche a causa di alcuni problemi amministrativi. I valenciani presentarono ricorso ma persero, regalando una nuova stagione in Liga all’Eibar. Che, da lì in poi, collezionerà salvezze a nastro. Alcune insperate e ottenute al fotofinish, altre – come la 2015/16 – meno sofferte, valorizzando calciatori del calibro di Borja Baston, ancora oggi il miglior marcatore degli azulgrana in Primera Division.
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20/21 denboraldian gure lehen talde biak gorengo mailan izango dira. Berriz ere historia egin dugu, armaginok!
Nuestros dos primeros equipos competirán la 20/21 en @LaLiga y en #LigaIberdrola. Hemos vuelto a hacer historia!
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— SD Eibar (@SDEibar) July 13, 2020
Pronta un’altra rivoluzione
La fine della stagione porterà inevitabilmente il club a imbastire l’ennesima rivoluzione in rosa. Detto della situazione legata a Mendilibar, l’Eibar perderà comunque tre elementi molto importanti, che quindi andranno rimpiazzati al meglio. Gonzalo Escalante, che a Ipurua si è rilanciato dopo la parentesi al Catania, ha già firmato con la Lazio, mentre Sebastian Cristoforo rientrerà alla Fiorentina, fino a Fabian Orellana – uno dei pochi calciatori che il tecnico non è riuscito a rimettere in piedi -, al quale non è stato proposto il rinnovo del contratto.
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Poco male, perché le idee non mancano. Per esempio, da tempo l’Eibar porta avanti diverse sinergie con le realtà del posto. In passato, Athletic Bilbao e Real Sociedad hanno utilizzato il club basco come corsia preferenziale per mandare in prestito i propri giocatori, ma non è escluso che la dirigenza porti avanti la filosofia di ricerca del profilo da rilanciare. Gente alla Charles, Pedro Leon, Pablo de Blasis o come l’ex romanista José Angel. Calciatori poco appariscenti ma di categoria, decisivi in questi anni per mantenere l’Eibar ai suoi massimi storici.
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