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Tristemente, fu Roberto Inglese a scrivere l’ultima pagina del Benevento in Serie A. L’attaccante – ai tempi al Chievo – segnò al 49′ di Chievo-Benevento del maggio 2017 il gol della sconfitta dei campani, che dall’anno successivo, data la retrocessione, sarebbero ripartiti dalla Serie B. Dopo due anni gli epiloghi sono differenti, ma non cambiano i colori. Dai gialloblu di Verona del Chievo ai gialloblu di Castellammare di Stabia, il Benevento riscrive la sua storia con la Serie A e torna nella massima categoria sette volte prima del necessario.

La squadra di Filippo Inzaghi ha battuto in casa la Juve Stabia per 1-0 davanti – purtroppo – a zero tifosi, che però, hanno festeggiato la vittoria della Serie B immediatamente fuori lo stadio Vigorito. Un ritorno in Serie A che non solo rende onore a una programmazione unica nella cadetteria italiana, ma che esalta un cammino stagionale senza precedenti. Nessuna squadra (tranne l’Ascoli nel 1978) aveva infatti vinto il torneo con sette giornate d’anticipo, che sarebbero state otto con i tre punti presi sabato sera a Empoli, ma lo 0-0 coi toscani ha rinviato tutto. Adesso, però, è tempo di festeggiare.

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La Serie A ritrova il Benevento: un lieto ritorno, visto il passato …

L’istantanea più celebre del Benevento in Serie A è certamente il gol al 94′ del (secondo) portiere Brignoli contro il Milan, che condannò Gattuso a un pareggio per la sua prima uscita come tecnico dei rossoneri. Un evento unico che fece il giro del mondo, e proprio da quel pareggio al Vigorito iniziò il vero campionato del Benevento. Con De Zerbi – ne ha fatta di strada anche lui – il Benevento riuscì a dire la sua in ogni incontro, e a vincere addirittura a San Siro – sempre col Milan -, salvo poi retrocedere comunque come ultimo, a 21 punti.

Il Benevento che ha vinto questa Serie B, però, è tutt’altra squadra. Un autentico top club della cadetteria con giocatori forti e mestieranti, un allenatore con una visione e una dirigenza che sa come costruire un progetto sagace. E il risultato è stata la conquista della Serie A, che anno prossimo ospiterà le Streghe per la seconda volta nella sua storia.

Nella stagione d’esordio, le complicazioni erano arrivate proprio a causa dell’inesperienza della rosa e del tecnico – Marco Baroni – e i campani pagarono proprio le difficoltà esperienziali dei propri giocatori. Ma dopo questa Serie B da record, il Benevento – che finora conta 56 gol fatti e solo 15 subiti – ha un potenziale tecnico ben più arguto per la massima divisione, e anche Inzaghi, che dopo Bologna aveva bruttamente stoppato i suoi progressi come allenatore, può ridisegnare la sua immagine in Serie A con una squadra di cui ne conosce pregi e meccanismi. Che poi, se questa promozione è arrivata così precocemente (al contrario dei suoi furbi gol allo scadere), è anche merito di Super Pippo.

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Va bene il 4-4-2 o no? Polisemia tattica e intesa offensiva

Il Benevento che ha vinto la Serie B ha giocato fino a metà campionato con il 4-4-2, che ha avuto proprio nella gara d’andata con la Juve Stabia una delle ultime apparizioni. Inzaghi si è divertito a studiare soluzioni più funzionali per il reparto offensivo, passando al tridente offensivo. D’altronde la fortuna di Super Pippo a Benevento è stata anche questa: trovare una squadra forte ed esperta.

filippo inzaghi benevento

In avanti, leader del reparto offensivo è stato Marco Sau con otto reti, a cui si uniscono le 7 di Roberto Insigne e di Massimo Coda, due totem della categoria. Eppure il capocannoniere è il centrocampista Nicolas Benito Viola, rigorista e motore indispensabile per la macchina da gol di Inzaghi. L’albero di Natale del Benevento correva molto sulle fasce con il capitano Christian Maggio da un lato e Gaetano Letizia dall’altro, più la solidità di due mastini della categoria in difesa quali Volta e Caldirola.

Poi i muscoli di Kragl, l’esperienza di Hetemaj e Schiattarella hanno contribuito a rendere il Benevento una formazione altamente preparata, difficilissima da mettere in difficoltà – unica sconfitta un 4-0 a Pescara a dicembre. Eppure, con una grande organizzazione e un attacco micidiale, la promozione è passata anche dalle parate dell’ottimo Lorenzo Montipò, ex Siena che a 24 raggiunge una Serie A meritata dopo le esperienze in B e in C di questi anni.

La squadra di Inzaghi ha registrato nel campionato – ancora da concludersi – una striscia ininterrotta di sette vittorie consecutive e, in totale, di ventuno risultati utili positivi. E di record, i campani, quest’anno ne hanno avuta molta fame. Già alla fine del girone d’andata il Benevento guidava la testa della classifica con un +20 sulla seconda; poi, poco prima del lockdown, era stato conquistato il primato di 63 punti nelle prime 26 giornate di Serie B, una cosa mai vista fino a quest’anno. Dulcis in fundo, se le Streghe dovessero ottenere più di 87 punti alla fine del campionato, supererebbero anche il record di punti stabilito dall’Ascoli in B nel 1978. Ne mancano ancora 11.

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Squadra d’autore e d’annata, ma pronta per la Serie A

Certo non è una squadra giovane, il Benevento, ma che ha cementificato un gruppo affiatato e “storico”, che sicuramente può ritenersi più tenace della rosa che affrontò la A per la prima volta due stagioni fa. Oltretutto, le voci su Gervinho non possono che corroborare l’intenzione di costruire una squadra di spessore per il prossimo campionato, che riporterà il Benevento nei grandi stadi d’Italia.

Il presidente Oreste Vigorito, vista la primordiale esperienza, sa che la squadra della Serie B da sola non può reggere un intero campionato di Serie A, dove il livello, oltretutto, si è pure alzato nell’ultimo biennio grazie all’arrivo di Cristiano Ronaldo. Ma il mercato chiuderà in ottobre e ci sarà tempo per la programmazione della prossima stagione, che intanto, c’è la certezza sarà il Serie A.

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