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I Red Bull Salisburgo inanellano il settimo titolo consecutivo e, ancora una volta, mettono in vetrina alcuni dei gioielli destinati a monopolizzare il calciomercato che verrà

La Bundesliga austriaca è quel campionato in cui tutti si impegnano a dare fastidio alla potenza locale, ma alla fine vincono sempre i Red Bull Salisburgo. La compagine gestita dalla multinazionale che commercia in bevande energetiche si è presa ancora una volta la scena, andando a conquistare il settimo titolo consecutivo nelle settimane immediatamente successive al ritorno in campo post pandemia. Questa volta, contrariamente agli anni scorsi, c’è voluto un po’ più di impegno: merito, in primis, del grande impegno del LASK Linz, vera e propria rivelazione buttata fuori dalla lotta al titolo a causa di una penalizzazione di 6 punti, arrivata per aver violato i protocolli sanitari previsti dal governo.

Così, il Salisburgo è riuscito a mettere definitivamente la freccia, nonostante il mercato di gennaio gli abbia portato via Erling Braut Haaland e Takumi Minamino, entrambi venduti a peso d’oro rispettivamente a Borussia Dortmund e Liverpool. I due attaccanti, acquistati giovanissimi e valorizzati dal sempre efficace sistema Red Bull, non sono però i soli pezzi pregiati della scuderia dei Tori, che anzi all’apertura delle trattative dovranno alzare un bel muro per non perdere i tanti ragazzi interessanti messisi in mostra in questa stagione.

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I gioielli del Salisburgo: brilla l’ungherese Szoboszlai

La prossima ghiotta plusvalenza di casa Red Bull si chiama Dominik Szoboszlai, è un classe 2000 e, di recente, è stato accostato fortemente a Milan e Lazio. Di origine ungherese, questo centrocampista offensivo rappresenta l’unica vera speranza futura del calcio magiaro. Nonostante sia già uno dei punti fermi dell’Ungheria, Szoboszlai è cresciuto calcisticamente in Austria, strappato alle big del suo paese e portato a Salisburgo ancora minorenne. Il suo percorso è cominciato dalla squadra B, il Liefering, per poi continuare sotto la gestione di Marco Rose prima e Jesse Marsch poi.

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Szoboszlai è un elemento in grado ricoprire più ruoli con la stessa efficacia, anche all’interno della stessa partita. Interno sinistro, esterno alto, trequartista o appoggio per le due punte: l’ungherese, in tal senso, garantisce gol e assist, oltre a una buona dose di giocate di altissima scuola. Per questo il Salisburgo chiede almeno 25 milioni di euro per liberarsene. Il ragazzo piace anche in Germania, dove il Salisburgo ha una pista preferenziale con i ‘cugini’ maggiori del Lipsia, ma l’impressione è che su di lui possa scatenarsi una vera e propria asta.

Il post Haaland arriva dallo Zambia: tutti pazzi per Daka

Patson Daka è l’attaccante che, nell’immaginario collettivo, ha preso il posto del partente Haaland. La punta zambiana sta girando su numeri di un certo livello, scollinando facilmente quota venti reti, segnandone 23 solo in campionato e impreziosendo il tutto con il suo primo gol in Champions League. Daka non è altro che il frutto del meticoloso lavoro del Salisburgo a livello di scouting: scovato in una accademia del suo paese, è stato attentamente osservato nella Coppa d’Africa under 20 vinta dai Chipolopolo, e poi successivamente tesserato.

Attaccante rapido, con un discreto killer instinct, bravo con entrambi i piedi e a sfruttare anche il minimo spazio per colpire, il classe 1998 può adattarsi in zona centrale ma ama partire dall’esterno, principalmente a sinistra, per accentrarsi e andare al tiro. Marsch di solito lo affianca a un’altra punta mobile, chiedendogli poco sacrificio in fase di non possesso, in modo tale da renderlo più efficace negli ultimi metri. Anche Daka, ormai, non ha più una valutazione a una cifra sola: il Lipsia potrebbe portarselo a casa per farne il post Timo Werner.

A centrocampo domina Mwepu, il pallino di Klopp

Enock Mwepu ha raggiunto Salisburgo nel 2017, acquistato per pochi spiccioli dai NAPSA Stars, una piccola accademia della capitale zambiana Lusaka. Dopo aver approcciato al calcio europeo nel Liefering, ha percorso la stessa trafila di Daka, con cui ha un rapporto di amicizia molto profondo. Mwepu è una delle rivelazioni di questa stagione europea: classe 1998, è un centrocampista centrale estremamente completo, abilissimo in entrambe le fasi di gioco.

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La sua crescita è stata esponenziale, a tal punto che Jurgen Klopp – durante la trattativa che ha portato a Liverpool Minamino – ha chiesto informazioni in vista della prossima stagione. L’impressione, però, è che almeno per ora Mwepu rimarrà ancora in Austria, per crescere e valorizzarsi ulteriormente. Le sue statistiche lo tratteggiano per ciò che è, ovvero un profilo in grado di spendersi in più contesti: gioca oltre 60 palloni di media a partita e, nella fase a gruppi di Champions League, ha corso quasi 60 chilometri in sei match. Di recente ha anche migliorato il feeling con il gol. Il tutto, a 21 anni.

Sulla fascia corre Koita, la stella arrivata dal Mali

Poi c’è Sekou Koita, meno utilizzato dei colleghi, ma ugualmente importante a livello di potenziale. Questo ragazzo è stato trovato in Mali, nel piccolo USC Kita, club della sua città natale che, grazie alla sua cessione, ha potuto ultimare il proprio centro sportivo. Koita si è fatto apprezzare allo scorso Mondiale under 20, ma a quei tempi il Salisburgo già lo aveva prontamente bloccato. Dopo un anno di prestito al Wolfsberger, l’esterno è tornato alla base per giocarsi il posto.

In stagione ha messo insieme una decina di gol, partendo spesso largo a sinistra. Quando Marsch ha giocato a due in attacco, lui si è ritagliato uno spazio importante da seconda punta. Sinistro naturale, è dotato di una struttura fisica esplosiva e di capacità balistiche fuori dal normale. Non disdegna il tentativo dalla distanza, ma sa anche dialogare con i compagni. L’idea è che possa prendere il posto di Daka, qualora lo zambiano emigrasse. Sebbene si parli solo di un classe 1999, Koita vanta già 12 presenze con la nazionale del Mali.

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Il futuro è di Adeyemi, un capolavoro di scouting

Uno dei capolavori più recenti in fatto di scoperte, il Salisburgo lo ha messo a segno tesserando nel 2018 Karim Adeyemi. La punta tedesca è stata soffiata all’Unterhaching, club nel quale si era trasferito a soli 10 anni dopo essere stato scartato dal Bayern. Una scelta, quella bavarese, ancora oggi incomprensibile, visto il talento cristallino del ragazzo originario proprio di Monaco. Il classe 2002 si è affacciato alla prima squadra già un paio di anni fa, ma per ora vanta solo una manciata di presenze con i grandi. Viceversa, è presenza fissa nelle giovanili tedesche.

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Figlio di padre nigeriano e madre rumena, Adeyemi è una punta centrale mancina agile e rapida in esecuzione, caratteristiche alle quali abbina anche una buona fisicità. È un ottimo finalizzatore e sa destreggiarsi bene nell’uno contro uno, sfruttando la sua progressione e il controllo di palla molto sviluppato. Negli anni ha limato anche le sue esuberanze caratteriali, le stesse che – secondo alcune indiscrezioni -, assieme a un rendimento scolastico non accettabile, gli sarebbero costate il posto al Bayern Monaco. Ora il Salisburgo si prepara a lanciarlo definitivamente, per farne la prossima gallina dalle uova d’oro.

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