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Ancona 2003/04: 46 giocatori per 13 punti

Quando l’argomento in questione sono le squadre retrocesse in Serie B con largo anticipo, impossibile non pensare all’Ancona edizione 2003/04. Una sorta di mito calcistico al contrario, che ricorda infinite delusioni ai tifosi anconetani e simpatia – talvolta sfociata in tenerezza – al resto d’Italia.

La squadra, affidata a Leonardo Menichini, appare un interessante mix tra giocatori d’esperienza come Hubner e Ganz e giovani promesse come Pandev. Le speranze del popolo anconetano, che aspettava la Serie A da dieci anni, vengono clamorosamente disattese. Arrivano sconfitte in serie e si capisce subito che la squadra non sia adatta alla categoria. A nulla serve il valzer di allenatori – con Nedo Sonetti e Giovanni Galeone che si alternano sulla panchina dell’Ancona – e di giocatori. In tutta la stagione, il club marchigiano ne impiega addirittura 46: prova evidente del fatto che la quantità non sempre faccia la differenza.

Treviso 2005/06: esordio amaro in Serie A

Se l’estate del 2006 passa alla storia per lo scandalo di Calciopoli, quella precedente non è da meno. Il calcio italiano è in crisi, sia a livello economico che di lealtà sportiva. Le tre neopromosse sarebbero Genoa, Empoli e Torino, ma a due di queste viene negata la gioia della Serie A. I rossoblù vengono sbattuti in Serie C1 per illecito sportivo mentre i granata, dopo il fallimento della società, ripartono quantomeno dalla B grazie al Lodo Petrucci. Al loro posto, a poche settimane dall’inizio del campionato, vengono promosse Ascoli e Treviso.

I due club hanno poco tempo per formare una squadra all’altezza della situazione e, tra gli addetti ai lavori, quasi tutti prevedono una facile retrocessione per entrambe. L’Ascoli stupisce tutti e conquista in anticipo la salvezza, grazie alle idee tattiche di un giovane Marco Giampaolo, mentre il Treviso non smentisce le attese. La squadra, alla sua prima annata in massima serie, conquista appena 21 punti in 38 giornate e non abbandona mai la zona retrocessione. Una sorta di gita in Serie A, categoria mai più frequentata dai veneti.

Cesena 2011/12: ultimo posto nonostante i nomi altisonanti

Per salvarsi dal baratro della Serie B servono umiltà e determinazione, più che giocatori di grande nome. Lo capisce a sue spese il Cesena, protagonista in negativo della stagione 2011/12. Dopo un’entusiasmante salvezza conquistata l’anno precedente, il presidente Igor Campedelli vuole alzare l’asticella e veste di bianconero diversi giocatori importanti: dai giovani Eder e Candreva all’ex attaccante della Fiorentina Mutu. Si parla addirittura di un progetto pluriennale con velleità europee, destinato però ad andare in fumo molto presto.

Eder

Fonte: Instagram @calciocesenafc

Fin dalle prime giornate, infatti, il Cesena appare una somma mal costruita di individualità.  La squadra ha una timida reazione sul finire del girone d’andata ma, alle 4 vittorie conquistate in quel momento della stagione, segue un girone di ritorno con 0 successi. Un trend che porta naturalmente il Cesena a chiudere la stagione all’ultimo posto in campionato. Risultato difficilmente pronosticabile qualche mese prima.

Pescara 2016/17: sbagliando non s’impara

Il racconto dei flop più clamorosi della storia recente della Serie A prosegue con la stagione 2016/17. Un campionato caratterizzato in coda dalla lotta all’ultimo sangue tra Crotone ed Empoli. Il duello premia i calabresi, con gli azzurri che accompagnano Palermo e Pescara in B. Se i rosanero – comunque retrocessi in anticipo – hanno onorato fino alla fine il campionato, per gli abruzzesi è stato un vero e proprio annus horribilis.

Dopo aver conquistato la promozione battendo il Trapani nella finale dei playoff di B, il Pescara di Massimo Oddo si presenta alla nuova stagione con la voglia di riscattare la deludente stagione 2012/13 (disputata in massima serie e chiusa al 20^ posto). L’inizio è con e fiocchi e con un po’ di fortuna, visto che i biancoazzurri fermano sul 2-2 il Napoli e vincono a tavolino contro il Sassuolo (colpevole di aver schierato l’attaccante Ragusa senza che fosse inserito nella lista dei giocatori utilizzabili per il match).

Sembra che il Pescara abbia imparato la lezione dopo i deludenti risultati di qualche anno prima, ma il campo dà presto risposte diverse. La squadra entra in un vortice interminabile di sconfitte e, fino al 19 febbraio – data del 5-0 rifilato al Genoa e del ritorno di Zeman sulla panchina pescarese – non vince nessuna partita sul campo. Inevitabile la retrocessione anticipata, con la misera quota di 18 punti.

Chievo 2018/19: mussi volanti in B dopo più di un decennio

La carrellata di squadre che hanno clamorosamente deluso in Serie A si chiude con il Chievo, frequentatore abituale della massima serie fino a due stagioni fa. Dopo un soggiorno nel massimo campionato italiano durato 10 anni, i gialloblù vivono la stagione più complicata della loro storia. Le difficoltà cominciano in estate, con la vicenda delle plusvalenze che tiene il club sulle spine fino ad agosto riguardo alla categoria da affrontare. Alla fine il tutto si risolve con una penalizzazione di tre punti in Serie A, ma le cessioni illustri portate a termine e il poco tempo per effettuare altrettante operazioni in entrata incide molto sulla stagione del Chievo.

Ventura

Fonte: Instagram @fontballand_

I risultati negativi, infatti, non tardano ad arrivare. Dopo l’esonero di Lorenzo D’Anna, la situazione peggiora ulteriormente con l’ingaggio di Giampiero Ventura: 4 partite, un solo punto conquistato e le dimissioni del tecnico al primo risultato positivo (2-2 con il Bologna). Al suo posto torna Mimmo Di Carlo, che dà una scossa vera con una vittoria e 5 pareggi nelle successive 7 gare. La squadra sembra poter rientrare in corsa per la salvezza, ma il tutto viene vanificato da un inizio di 2020 da incubo: sconfitte in serie, giocatori importanti che vanno via e la sensazione – certificata dall’ultimo posto finale – che al Chievo sia finito un ciclo.

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