Quali sono i calciatori inglesi piĆ¹ famosi che hanno giocato in Serie A nella loro da carriera. Da Beckham a Gascoigne, ecco chi sono e come sono andati in ItaliaĀ
āItalians do it betterā, anche in Inghilterra se ne sono accorti nel corso degli anni. Da Vialli a Jorginho, da Benny Carbone a Zola fino a Emerson Palmieri: lo facciamo meglio. Al contrario, insomma, gli inglesi in Serie A non ĆØ che abbiano lasciato granchĆ©. O forse no, hanno lasciato moltissimo, ma in un altro senso, in quello del culto. Ne sono passati diversi, di calciatori British, dalle nostre parti; cosƬ, in vista della finale di domani sera dell’Europeo tra noi e loro, rinfreschiamoci un po’ la memoria con 10 inglesi indimenticabili.
David Beckham
Che vita, la sua. āNon sa tirare di sinistro, non sa colpire di testa, non va in contrasto e segna poco: per il resto ĆØ okā, sentenziava su di lui George Best. PerĆ² oggi Beckham ĆØ a capo di un impero economico personale con pochi eguali tra i colleghi calciatori, e forse ĆØ stato il primo vero calciatore-azienda moderno. Poteva addirittura permettersi di svernare (letteralmente, veniva durante l’inverno quando il campionato americano, dove giocava, era fermo) in Serie A. Per due anni di fila, al Milan, lasciando un paio di gol e un tendine d’Achille.
Paul Gascoigne
Poco da aggiungere su āGazzaā rispetto a quanto non si sia giĆ scritto. Centrocampista dal talento strabordante, il pubblico italiano si innamora di lui giĆ al Mondiale del 1990 quando, in diffida, si fa ammonire nei supplementari della semifinale contro la Germania Ovest per un’entrata senza senso. Piange in campo, sa che salterĆ comunque la finale (peraltro l’Inghilterra viene eliminata ai rigori), ma lascia un’immagine di grande empatia. Due anni e mezzo alla Lazio tra alti e bassi, gol memorabili (uno nel derby), ragazzate, sbronze epocali, scherzi e un infortunio, tibia e perone rotti, provocato in allenamento da un contrasto troppo duro con un giovanotto dal discreto futuro: Alessandro Nesta.
Luther Blissett
Solo un calciatore ĆØ diventato il nome di un collettivo di scrittori. āLutero, il bombardiere neroā, titolavano i giornali nell’estate del 1983, quando il Milan strappa al Watford questo centravanti, macchina da gol in patria. In Serie A ĆØ una sciagura, sono piĆ¹ gli errori che le reti segnate, i voti agghiaccianti, Ilario Castagner (l’allenatore dei rossoneri) dopo un tiro a lato a porta vuota in un derby lo manda platealmente a quel paese. Forse il piĆ¹ grande bidone mai visto nel nostro campionato: un nome un mito. Anzi, un collettivo di scrittori.
Paul Ince
Carrarmato del centrocampo, colonna del Manchester United di Alex Ferguson, viene acquistato nell’estate del 1995 da un’Inter inglese anche nello sponsor tecnico. Comincia un po’ in sordina, ma presto diventa un leader dei nerazzurri allenati poi dal suo connazionale Roy Hodgson. Si dice che la trattativa, protrattasi per settimane, sia stata condizionata da alcuni capricci della moglie di Ince, Claire, e dalla necessitĆ di vivere in una casa ādegnaā. Che alla fine sarĆ una villa sul Lago di Como.
Mark Hateley
Un altro milanista in questa carrellata. Entrato nell’olimpo dei preferiti di sempre dei tifosi rossoneri sostanzialmente per un solo gol. Ma che gol, quello all’Inter nel derby del 28 ottobre 1984: cross di Virdis da destra e decollo di Hateley sopra Fulvio Collovati, un poster da tramandare ai posteri. Il Milan non vinceva una stracittadina da sei anni, evidentemente troppo. A parte quel gol il buon Mark non ĆØ che abbia combinato molto in rossonero.
Jay Bothroyd
Luciano Gaucci ha portato in Serie A gente davvero da tutti i continenti, avrebbe voluto tesserare persino una donna per il campionato maschile. Moltissimi sono passati rapidi e indolori come una folata di vento, altri hanno iniziato a Perugia una grande carriera, la maggior parte a dire il vero si ĆØ rivelata un mezzo disastro. Che dire di questo attaccante alto, modesto tecnicamente e gran lottatore? Puro English Style di una volta, Bothroyd non era nĆ© Kane nĆ© Sterling, ma un onesto mestierante, che in quella stagione (2003-04) agli ordini di Serse Cosmi non riuscƬ a evitare la retrocessione della squadra, ma si fece amico forse del piĆ¹ incredibile tra gli acquisti di Luciano Gaucci: Al-Saadi Gheddafi, che gli pagĆ² (si dice) persino il viaggio per la luna di miele.
Gordon Cowans e Paul Rideout
Li mettiamo in coppia perchĆ© in coppia arrivano in Italia, e al Bari, nell’estate del 1985 dall’Aston Villa, e sempre a braccetto se ne andranno tre anni dopo. Entrambi in Inghilterra si sono costruiti una signora carriera: Cowans, elegante centrocampista offensivo, ha addirittura vinto la Coppa dei Campioni con i Villans nel 1982, scendendo in campo da titolare nella finale contro il Bayern Monaco. Il loro attaccamento alla maglia ĆØ sorprendente, visto che col Bari rimarranno anche per due stagioni in Serie B, imparando ad apprezzare la cucina e le abitudini locali. Compresi i tifosi che hanno ribattezzato Rideout āPiangeoutā, scherzando col suo cognome.
Daniele Dichio
Nome e cognome italiano, per gli inglesi āDannyā, visto alla Sampdoria e al Lecce, figlio di un macellaio di Santa Margherita di Savoia, che gli fa anche da agente. Prima partita in blucerchiato e gol: inizio di un grande idillio? Insomma. Ex Coventry e Qpr, una volta un tifoso entrĆ² in campo per mordergli un orecchio quando stava battendo un calcio d’angolo. Dopo la carriera da giocatore anche comparsate come modello e deejay. D’altronde era stato votato ācalciatore piĆ¹ bello d’Inghilterraā.
Micah Richards
Oggetto abbastanza misterioso, grande potenza fisica, un corpo da culturista ma azzoppato da troppi infortuni. Anche qualche incognita sul ruolo: difensore centrale o terzino destro? L’esperimento lo tenta la Fiorentina, prendendolo in prestito dal Manchester City nel 2014. Vive nella casa di Luca Toni, in affitto, con vista Ponte Vecchio: altro che Manchester, ecco, forse i passanti lo scambiano direttamente per un turista. PerĆ² non riesce mai a sfondare e dopo una sola stagione e appena 10 partite disputate torna in Inghilterra.